Il Dipartimento di Ingegneria Agraria e Foresta¬le dell'Università di Firenze negli ultimi anni ha dato ampio spazio a studi volti all' individuazio¬ne e alla progettazione di soluzioni costruttive idonee per l'allevamento di suini all'aperto, in forma brada o semibrada, e di bovini da carne in forma estensiva. Fattività di ricerca è stata finalizzata a definire nuove linee di progettazione mirate a indivi¬duare specifiche tipologie di stabulazione e appropriate tecniche costruttive per gli edifici ed i manufatti destinati agli allevamenti zoo¬tecnici, orientati al raggiungimento di miglio¬ri condizioni di benessere animale e di mag¬giore valorizzazione sia in termini economici che di sicurezza sanitaria delle produzioni zootecniche. Ciò con riferimento alle condi¬zioni dell'Italia centrale e, particolarmente, della Toscana. In determinate condizioni e con gli opportuni adattamenti, la tecnica di allevamento all'a¬perto dei suini, che si è ampiamente diffusa nel centro-nord Europa, rappresenta una vali¬da alternativa a sistemi intensivi di allevamen¬to. Fimpiego di razze locali può dimostrarsi determinante per ottenere carni suine di alta qualità e animali caratterizzali da elevata ru¬sticità. Nell'ambito di questa linea di indagine si è pertanto posta l'attenzione sull'alleva¬mento brado e semibrado di un'antichissima razza suina autoctona toscana, la Cinta Sene¬se. Questa razza, diffusissima nel Senese da molti secoli, ha subito un notevole declino a partire dagli anni '50, tanto da far temere per la sua scomparsa, ma recentemente l'alleva¬mento di suini di razza Cinta Senese ha avuto un forte sviluppo. Per quanto riguarda l'allevamento di bovini, l'attenzione è stata posta sia su razze note, in sviluppo crescente negli ultimi anni, quali la Chianina e la Maremmana, apprezzate dall'al¬levatore per la rusticità e dal consumatore per la qualità delle carni, sia su razze oggi meno dif¬fuse e a rischio di estinzione, quali la Garfagni-na e la Pontremolese, che in aree marginali e montane, se opportunamente valorizzate, pos¬sono rappresentare un' importante risorsa per l'economia locale.
Tecniche alternative per l'allevamento estensivo
BIBBIANI, CARLO;
2005-01-01
Abstract
Il Dipartimento di Ingegneria Agraria e Foresta¬le dell'Università di Firenze negli ultimi anni ha dato ampio spazio a studi volti all' individuazio¬ne e alla progettazione di soluzioni costruttive idonee per l'allevamento di suini all'aperto, in forma brada o semibrada, e di bovini da carne in forma estensiva. Fattività di ricerca è stata finalizzata a definire nuove linee di progettazione mirate a indivi¬duare specifiche tipologie di stabulazione e appropriate tecniche costruttive per gli edifici ed i manufatti destinati agli allevamenti zoo¬tecnici, orientati al raggiungimento di miglio¬ri condizioni di benessere animale e di mag¬giore valorizzazione sia in termini economici che di sicurezza sanitaria delle produzioni zootecniche. Ciò con riferimento alle condi¬zioni dell'Italia centrale e, particolarmente, della Toscana. In determinate condizioni e con gli opportuni adattamenti, la tecnica di allevamento all'a¬perto dei suini, che si è ampiamente diffusa nel centro-nord Europa, rappresenta una vali¬da alternativa a sistemi intensivi di allevamen¬to. Fimpiego di razze locali può dimostrarsi determinante per ottenere carni suine di alta qualità e animali caratterizzali da elevata ru¬sticità. Nell'ambito di questa linea di indagine si è pertanto posta l'attenzione sull'alleva¬mento brado e semibrado di un'antichissima razza suina autoctona toscana, la Cinta Sene¬se. Questa razza, diffusissima nel Senese da molti secoli, ha subito un notevole declino a partire dagli anni '50, tanto da far temere per la sua scomparsa, ma recentemente l'alleva¬mento di suini di razza Cinta Senese ha avuto un forte sviluppo. Per quanto riguarda l'allevamento di bovini, l'attenzione è stata posta sia su razze note, in sviluppo crescente negli ultimi anni, quali la Chianina e la Maremmana, apprezzate dall'al¬levatore per la rusticità e dal consumatore per la qualità delle carni, sia su razze oggi meno dif¬fuse e a rischio di estinzione, quali la Garfagni-na e la Pontremolese, che in aree marginali e montane, se opportunamente valorizzate, pos¬sono rappresentare un' importante risorsa per l'economia locale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.