Carla Pasquinelli ha lavorato per tutta la sua carriera su un terreno di incontro e di reciproca contaminazione tra la tradizione filosofica e quella antropologica. L’epistemologia dei saperi socio-antropologici è sempre stata al centro dei suoi interessi, dagli scritti pioneristici sullo “storicismo eroico” di Ernesto De Martino fino alle più tarde riflessioni sul concetto di cultura. A proposito di quest’ultimo, la preoccupazione di Carla è stata quella di de-essenzializzare la “cultura”, aprendola alla riflessione di quegli indirizzi che sottolineano più la disuguaglianza che la differenza, le sperequazioni del potere più che il relativismo dei framework culturali. Da qui l’interesse per la teoria femminista e, soprattutto negli anni 2000, per il pensiero postcoloniale. Dall’altro, tuttavia, in numerosi saggi e nel volume scritto con M. Mellino, ha anche inteso “proteggere” il concetto di cultura, in quanto fondante la specificità dell’approccio antropologico, dai tentativi di liquidazione che ne sono stati tentati in nome di un radicale determinismo economico-politico, volto a negare l’autonomia del simbolico. Nel pensiero di Carla vi è la ricerca di un modello di soggettività di cui la “differenza” è costitutiva (questo sembra essere anche il senso principale del suo interesse per la psicoanalisi, evidente ad esempio nei suoi testi sulla memoria traumatica).

Cultura, potere, soggettività nell'opera di Carla Pasquinelli

fabio dei
2019-01-01

Abstract

Carla Pasquinelli ha lavorato per tutta la sua carriera su un terreno di incontro e di reciproca contaminazione tra la tradizione filosofica e quella antropologica. L’epistemologia dei saperi socio-antropologici è sempre stata al centro dei suoi interessi, dagli scritti pioneristici sullo “storicismo eroico” di Ernesto De Martino fino alle più tarde riflessioni sul concetto di cultura. A proposito di quest’ultimo, la preoccupazione di Carla è stata quella di de-essenzializzare la “cultura”, aprendola alla riflessione di quegli indirizzi che sottolineano più la disuguaglianza che la differenza, le sperequazioni del potere più che il relativismo dei framework culturali. Da qui l’interesse per la teoria femminista e, soprattutto negli anni 2000, per il pensiero postcoloniale. Dall’altro, tuttavia, in numerosi saggi e nel volume scritto con M. Mellino, ha anche inteso “proteggere” il concetto di cultura, in quanto fondante la specificità dell’approccio antropologico, dai tentativi di liquidazione che ne sono stati tentati in nome di un radicale determinismo economico-politico, volto a negare l’autonomia del simbolico. Nel pensiero di Carla vi è la ricerca di un modello di soggettività di cui la “differenza” è costitutiva (questo sembra essere anche il senso principale del suo interesse per la psicoanalisi, evidente ad esempio nei suoi testi sulla memoria traumatica).
2019
Dei, Fabio
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