Il d.lgs. 175/2016, recante il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, così come corretto e modificato dal d.lgs. 100/2017, offre un corpus normativo unitario, regolando in modo (tendenzialmente) organico una materia ampia e complessa, la cui disciplina si presentava lacunosa, frammentata e, in alcuni casi, disordinata e disomogenea. Da una prospettiva giuscommercialistica, la riforma in esame presenta questioni attuative ed interpretative di non scarso rilievo: e ciò non tanto per la soluzione accordata al “falso” problema della soggezione delle società “pubbliche” alle procedure concorsuali, quanto piuttosto per la scelta effettuata in ordine all’espletamento della funzione gestoria ed alla responsabilità degli enti partecipanti nell’esercizio dei diritti sociali ad essi spettanti.Se, dunque, il dato della soggezione alla disciplina fallimentare delle società “pubbliche” non appare particolarmente innovativo, seppur indubbiamente chiarificatore, di sicura originalità risulta la disciplina introdotta – lungo due (diverse, ma parallele) direttrici – in ambito di governance e di responsabilità. Tale intervento, peraltro, sembra idoneo ad incidere sensibilmente sulle caratteristiche organizzative tipiche dei modelli capitalistici presi in considerazione, a tal punto da suscitare il dubbio che gli introdotti strumenti di diritto societario, piegati ad esigenze pubblicistiche, siano connotati, più che da un contenuto a carattere “singolare”, da una vis expansiva. Il contributo si offre, quindi, di indagare sulla possibilità di una lettura estensiva (e più generalizzante) del dato speciale e, apparentemente, settoriale.
Gestione strategica e responsabilità deliberativa nelle società “pubbliche”: statuto singolare o portata espansiva della disciplina speciale?
Ilaria Kutufa'
2019-01-01
Abstract
Il d.lgs. 175/2016, recante il Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, così come corretto e modificato dal d.lgs. 100/2017, offre un corpus normativo unitario, regolando in modo (tendenzialmente) organico una materia ampia e complessa, la cui disciplina si presentava lacunosa, frammentata e, in alcuni casi, disordinata e disomogenea. Da una prospettiva giuscommercialistica, la riforma in esame presenta questioni attuative ed interpretative di non scarso rilievo: e ciò non tanto per la soluzione accordata al “falso” problema della soggezione delle società “pubbliche” alle procedure concorsuali, quanto piuttosto per la scelta effettuata in ordine all’espletamento della funzione gestoria ed alla responsabilità degli enti partecipanti nell’esercizio dei diritti sociali ad essi spettanti.Se, dunque, il dato della soggezione alla disciplina fallimentare delle società “pubbliche” non appare particolarmente innovativo, seppur indubbiamente chiarificatore, di sicura originalità risulta la disciplina introdotta – lungo due (diverse, ma parallele) direttrici – in ambito di governance e di responsabilità. Tale intervento, peraltro, sembra idoneo ad incidere sensibilmente sulle caratteristiche organizzative tipiche dei modelli capitalistici presi in considerazione, a tal punto da suscitare il dubbio che gli introdotti strumenti di diritto societario, piegati ad esigenze pubblicistiche, siano connotati, più che da un contenuto a carattere “singolare”, da una vis expansiva. Il contributo si offre, quindi, di indagare sulla possibilità di una lettura estensiva (e più generalizzante) del dato speciale e, apparentemente, settoriale.File | Dimensione | Formato | |
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