Attraverso l’analisi e la contestualizzazione della canzone Hey Joe di Jimi Hendrix, l’autore ricostruisce genesi ed evoluzione del Rock nella metà degli anni Sessanta, soffermandosi particolarmente sul senso e sull’impatto del testo, sull’originario effetto shock delle narrative blues e sulla sensazione straniante di non-civiltà, evocata da un racconto come quello del classico hendrixiano, che non dovrebbe essere dimenticata e che dovrebbe aiutarci ad affrontare altre esperienze musicali care, negli anni seguenti, a varie e diverse audiences giovanili, dal punk, al grunge, allo hip-hop, alla trap che attualmente spopola tra gli adolescenti. Questo non per dire che ogni singola canzone che appartenga all’uno o all’altro universo sonoro abbia un valore in sé; ma per suggerire che, per specifiche audiences giovanili, esse possono avere un valore simbolico particolare, anche quando le storie raccontate sono perturbanti, anche quando i valori proposti sembrano volgari e repulsivi.

Hey Joe, Jimi Hendrix Experience, 1966-1967

Alberto Mario Banti
2019-01-01

Abstract

Attraverso l’analisi e la contestualizzazione della canzone Hey Joe di Jimi Hendrix, l’autore ricostruisce genesi ed evoluzione del Rock nella metà degli anni Sessanta, soffermandosi particolarmente sul senso e sull’impatto del testo, sull’originario effetto shock delle narrative blues e sulla sensazione straniante di non-civiltà, evocata da un racconto come quello del classico hendrixiano, che non dovrebbe essere dimenticata e che dovrebbe aiutarci ad affrontare altre esperienze musicali care, negli anni seguenti, a varie e diverse audiences giovanili, dal punk, al grunge, allo hip-hop, alla trap che attualmente spopola tra gli adolescenti. Questo non per dire che ogni singola canzone che appartenga all’uno o all’altro universo sonoro abbia un valore in sé; ma per suggerire che, per specifiche audiences giovanili, esse possono avere un valore simbolico particolare, anche quando le storie raccontate sono perturbanti, anche quando i valori proposti sembrano volgari e repulsivi.
2019
Banti, ALBERTO MARIO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/995964
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