Durante gli scavi tedeschi condotti a Mileto agli inizi del secolo scorso fu portata alla luce nel livello sottostante l’agorà Nord una base marmorea contenente un importante documento. Si tratta di un decreto cittadino che imponeva l’esilio e la pena capitale ad alcuni abitanti di Mileto, ai loro figli e discendenti. La parte iniziale del testo era stata posta su una stele che non è mai stata ritrovata, dunque non siamo in grado di stabilire il numero complessivo di persone colpite dalla condanna. La severità della pena e la sua estensione alla discendenza suggerisce comunque che si tratti di un reato politico, forse tradimento. I magistrati incaricati di occuparsi della questione sono gli epimenioi. Questo termine è attestato in molte poleis greche per indicare magistrati con compiti mensili, ad esempio sacrifici; a Mileto però, come si deduce dal nostro testo, gli epimenioi avevano compiti più ampi. La presenza degli epimenioi fornisce un appiglio per la datazione del documento ad un’epoca precedente il 437/6 a.C.: a partire da questa data infatti il consiglio milesio è presieduto da una commissione di pritani (sostitutiva dunque degli epimenioi) che fa pensare ad un’avvenuta riforma costituzionale sulla base del modello ateniese. Per il resto il contesto storico non è affatto chiaro: l’ipotesi tradizionale legge queste espulsioni politiche come il risultato dell’affermarsi di una fazione democratica su quella oligarchica alla metà del V sec. Ma si è anche pensato che potrebbe trattarsi piuttosto di un provvedimento contro aspiranti alla tirannide o contro gruppi sostenitori dei Persiani.

Decreto milesio relativo a espulsioni politiche

facella margherita
2018-01-01

Abstract

Durante gli scavi tedeschi condotti a Mileto agli inizi del secolo scorso fu portata alla luce nel livello sottostante l’agorà Nord una base marmorea contenente un importante documento. Si tratta di un decreto cittadino che imponeva l’esilio e la pena capitale ad alcuni abitanti di Mileto, ai loro figli e discendenti. La parte iniziale del testo era stata posta su una stele che non è mai stata ritrovata, dunque non siamo in grado di stabilire il numero complessivo di persone colpite dalla condanna. La severità della pena e la sua estensione alla discendenza suggerisce comunque che si tratti di un reato politico, forse tradimento. I magistrati incaricati di occuparsi della questione sono gli epimenioi. Questo termine è attestato in molte poleis greche per indicare magistrati con compiti mensili, ad esempio sacrifici; a Mileto però, come si deduce dal nostro testo, gli epimenioi avevano compiti più ampi. La presenza degli epimenioi fornisce un appiglio per la datazione del documento ad un’epoca precedente il 437/6 a.C.: a partire da questa data infatti il consiglio milesio è presieduto da una commissione di pritani (sostitutiva dunque degli epimenioi) che fa pensare ad un’avvenuta riforma costituzionale sulla base del modello ateniese. Per il resto il contesto storico non è affatto chiaro: l’ipotesi tradizionale legge queste espulsioni politiche come il risultato dell’affermarsi di una fazione democratica su quella oligarchica alla metà del V sec. Ma si è anche pensato che potrebbe trattarsi piuttosto di un provvedimento contro aspiranti alla tirannide o contro gruppi sostenitori dei Persiani.
2018
Facella, Margherita
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