Alla tarda età repubblicana possono essere riferite le tracce di installazioni fisse connesse al ciclo produttivo di una manifattura ceramica: nel settore nord della piazza, le vasche per la depurazione e l’impasto dell’argilla; nel settore centrale, alle pendici della collina contenute da un potente muro a contrafforti, un’area destinata alla modellazione dei manufatti e servita da tettoie; nella zona meridionale, due grandi fornaci per la cottura di diverse tipologie di prodotti ceramici, dalle anfore ai materiali per l’edilizia (fig. 1). Attualmente non disponiamo di elementi certi per la datazione dell’impianto e solo ipoteticamente possiamo collocarne l’attività dai decenni centrali del II al terzo quarto del I secolo a.C., sulla base dei materiali prodotti. Non si può escludere che alcune delle strutture siano state aggiunte in progressione di tempo, sempre nell’ambito della tarda età repubblicana. In questo ampio periodo trovarono posto in questa stessa area altre attività produttive strettamente correlate. Innanzitutto la riduzione del minerale ferroso che, se non ha lasciato traccia in installazioni fisse, è ampiamente testimoniata dalle scorie interrate negli stessi scarichi in cui sono gettati anche gli scarti della produzione ceramica. L’attivazione contemporanea di forni, ancorché differenziati, era facilitata da comuni bacini di approvvigionamento del combustibile, ma anche dall’accessibilità alla stessa rete di distribuzione. Alcune strutture appaiono legate a produzioni agricole e potrebbero avere una relazione con la produzione del vino, o piuttosto dell’olio, in una fase avanzata di questo periodo: nell’ipotesi che fosse prodotto olio, è interessante rilevare come uno dei derivati di questa attività, la sansa esausta, concorresse in maniera significativa al processo di combustione dei forni da ceramica e verosimilmente anche di quelli metallurgici. Nel settore settentrionale della piazza una complessa trama di strutture, parzialmente indagate con lo scavo e in maniera più estesa rilevate con il Georadar, può essere attribuita almeno in parte a settori dell’impianto per la produzione olearia, forse affiancato da altri ambienti di servizio.

Alla tarda età repubblicana possono essere riferite le tracce di installazioni fisse connesse al ciclo produttivo di una manifattura ceramica: nel settore nord della piazza, le vasche per la depurazione e l’impasto dell’argilla; nel settore centrale, alle pendici della collina contenute da un potente muro a contrafforti, un’area destinata alla modellazione dei manufatti e servita da tettoie; nella zona meridionale, due grandi fornaci per la cottura di diverse tipologie di prodotti ceramici, dalle anfore ai materiali per l’edilizia (fig. 1). Attualmente non disponiamo di elementi certi per la datazione dell’impianto e solo ipoteticamente possiamo collocarne l’attività dai decenni centrali del II al terzo quarto del I secolo a.C., sulla base dei materiali prodotti. Non si può escludere che alcune delle strutture siano state aggiunte in progressione di tempo, sempre nell’ambito della tarda età repubblicana. In questo ampio periodo trovarono posto in questa stessa area altre attività produttive strettamente correlate. Innanzitutto la riduzione del minerale ferroso che, se non ha lasciato traccia in installazioni fisse, è ampiamente testimoniata dalle scorie interrate negli stessi scarichi in cui sono gettati anche gli scarti della produzione ceramica. L’attivazione contemporanea di forni, ancorché differenziati, era facilitata da comuni bacini di approvvigionamento del combustibile, ma anche dall’accessibilità alla stessa rete di distribuzione. Alcune strutture appaiono legate a produzioni agricole e potrebbero avere una relazione con la produzione del vino, o piuttosto dell’olio, in una fase avanzata di questo periodo: nell’ipotesi che fosse prodotto olio, è interessante rilevare come uno dei derivati di questa attività, la sansa esausta, concorresse in maniera significativa al processo di combustione dei forni da ceramica e verosimilmente anche di quelli metallurgici. Nel settore settentrionale della piazza una complessa trama di strutture, parzialmente indagate con lo scavo e in maniera più estesa rilevate con il Georadar, può essere attribuita almeno in parte a settori dell’impianto per la produzione olearia, forse affiancato da altri ambienti di servizio.

Un impianto produttivo integrato: anfore vinarie, materiali edilizi, ferro e olio, introduzione

Fabiani, F.;Fornaciari, A.;Sorrentino, G.;
2016-01-01

Abstract

Alla tarda età repubblicana possono essere riferite le tracce di installazioni fisse connesse al ciclo produttivo di una manifattura ceramica: nel settore nord della piazza, le vasche per la depurazione e l’impasto dell’argilla; nel settore centrale, alle pendici della collina contenute da un potente muro a contrafforti, un’area destinata alla modellazione dei manufatti e servita da tettoie; nella zona meridionale, due grandi fornaci per la cottura di diverse tipologie di prodotti ceramici, dalle anfore ai materiali per l’edilizia (fig. 1). Attualmente non disponiamo di elementi certi per la datazione dell’impianto e solo ipoteticamente possiamo collocarne l’attività dai decenni centrali del II al terzo quarto del I secolo a.C., sulla base dei materiali prodotti. Non si può escludere che alcune delle strutture siano state aggiunte in progressione di tempo, sempre nell’ambito della tarda età repubblicana. In questo ampio periodo trovarono posto in questa stessa area altre attività produttive strettamente correlate. Innanzitutto la riduzione del minerale ferroso che, se non ha lasciato traccia in installazioni fisse, è ampiamente testimoniata dalle scorie interrate negli stessi scarichi in cui sono gettati anche gli scarti della produzione ceramica. L’attivazione contemporanea di forni, ancorché differenziati, era facilitata da comuni bacini di approvvigionamento del combustibile, ma anche dall’accessibilità alla stessa rete di distribuzione. Alcune strutture appaiono legate a produzioni agricole e potrebbero avere una relazione con la produzione del vino, o piuttosto dell’olio, in una fase avanzata di questo periodo: nell’ipotesi che fosse prodotto olio, è interessante rilevare come uno dei derivati di questa attività, la sansa esausta, concorresse in maniera significativa al processo di combustione dei forni da ceramica e verosimilmente anche di quelli metallurgici. Nel settore settentrionale della piazza una complessa trama di strutture, parzialmente indagate con lo scavo e in maniera più estesa rilevate con il Georadar, può essere attribuita almeno in parte a settori dell’impianto per la produzione olearia, forse affiancato da altri ambienti di servizio.
2016
Fabiani, F.; Cerato, I.; Paribeni, E.; Mileti, C.; Rizzitelli, C.; Coschino, F.; Fornaciari, A.; Genovese, S.; Sorrentino, G.; Raffo, O.
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