Dall’introduzione per la prima volta dell’acronimo STEM, dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, nella riflessione didattica-educativa, molti sono stati i progetti centrati su un approccio interdisciplinare all’insegnamento delle scienze, con l’obiettivo di avvicinare i bambini e i ragazzi alle discipline scientifiche e con la convinzione che questo approccio potesse avere delle forti ripercussioni sul grado di innovazione, sulla capacità di risolvere problemi e sullo sviluppo di competenze trasversali, utili anche nel mondo del lavoro [1,2]. Recentemente, stiamo assistendo ad una transizione dall’approccio STEM a quello STEAM, che significa, letteralmente, includere le arti (dall’inglese Arts), o più in senso più lato, la creatività, la fantasia e l’immaginazione, nell’insegnamento delle scienze [1,2]. Da questo punto di vista, tenendo presente le caratteristiche dei musei scientifici e i vari ruoli che queste istituzioni hanno, in particolare il loro ruolo educativo e didattico [3], non è difficile immaginare che i musei possano rappresentare luoghi privilegiati per la progettazione e la realizzazioni di attività educative di tipo STEAM. I molteplici ruoli dei musei e delle collezioni scientifiche, in particolare, quelli dedicati interamente o in parte alla scienza chimica sono stati oggetto di varie riflessioni [3-5] che hanno evidenziato le grandi potenzialità dei musei, anche in relazione ai cosiddetti linguaggi ‘non formali’, tanto importanti per l’apprendimento durante tutto l’arco della vita (life-long learning) [6]. In questa relazione saranno riportati alcuni esempi di laboratori e attività didattiche multidisciplinari realizzati in ambito museale che si riconducono all’approccio STEAM, in cui la progettazione ha coinvolto direttamente gli studenti universitari che, ad esempio, stimolati dalla visita di un museo scientifico, hanno sviluppato, anche in modo creativo, delle attività laboratoriali o delle dimostrazioni scientifiche rivolte sia ai bambini che ai ragazzi [6-8]. Riferimenti: [1] Z. S. Wilson et al. Diversifying Science, Technology, Engineering, and Mathematics (STEM): An Inquiry into Successful Approaches in Chemistry. Journal of Chemical Education, 2014, 91, 1860. [2] C. Conradty & F. X. Bogner,From STEM to STEAM: Cracking the Code? How Creativity & Motivation Interacts with Inquiry-based Learning. Creativity Research Journal, 2019, 31, 284. [3] A.M. Shah, C. Wylie, D. Gitomer, G. Noam, Improving STEM program quality in out-of-school-time: Tool development and validation. Science Education, 2018, 102, 238. [4] V. Domenici, “The role of Chemistry Museums in Chemical Education for the students and the general public: Italy, a case of study”, Journal of Chemical Education, 2008, 85, 1365. [5] Autori vari, in La Chimica nei Musei Scientifici e i Musei di Chimica, (V. Domenici & L. Campanella, Curatori), Casa Editrice La Sapienza, Roma: 2014. [6] V. Domenici, Insegnare e apprendere chimica, Mondadori Università, Firenze: 2018. [7] G. Silvi, L. Sentieri, A. Lenzi, V. Domenici, "Fare chimica con la luce": attività didattiche di introduzione alla spettroscopia, La chimica nella scuola, 2018, 3, 53. [8] V. Domenici et al. Dall’acidificazione dei mari al tema delle microplastiche: attività laboratoriali e interattive per tutti. La Chimica e l’Industria, in stampa.
I musei scientifici come luogo privilegiato per la progettazione e la realizzazione di attività educative STE(A)M
Valentina Domenici
2020-01-01
Abstract
Dall’introduzione per la prima volta dell’acronimo STEM, dall'inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics, nella riflessione didattica-educativa, molti sono stati i progetti centrati su un approccio interdisciplinare all’insegnamento delle scienze, con l’obiettivo di avvicinare i bambini e i ragazzi alle discipline scientifiche e con la convinzione che questo approccio potesse avere delle forti ripercussioni sul grado di innovazione, sulla capacità di risolvere problemi e sullo sviluppo di competenze trasversali, utili anche nel mondo del lavoro [1,2]. Recentemente, stiamo assistendo ad una transizione dall’approccio STEM a quello STEAM, che significa, letteralmente, includere le arti (dall’inglese Arts), o più in senso più lato, la creatività, la fantasia e l’immaginazione, nell’insegnamento delle scienze [1,2]. Da questo punto di vista, tenendo presente le caratteristiche dei musei scientifici e i vari ruoli che queste istituzioni hanno, in particolare il loro ruolo educativo e didattico [3], non è difficile immaginare che i musei possano rappresentare luoghi privilegiati per la progettazione e la realizzazioni di attività educative di tipo STEAM. I molteplici ruoli dei musei e delle collezioni scientifiche, in particolare, quelli dedicati interamente o in parte alla scienza chimica sono stati oggetto di varie riflessioni [3-5] che hanno evidenziato le grandi potenzialità dei musei, anche in relazione ai cosiddetti linguaggi ‘non formali’, tanto importanti per l’apprendimento durante tutto l’arco della vita (life-long learning) [6]. In questa relazione saranno riportati alcuni esempi di laboratori e attività didattiche multidisciplinari realizzati in ambito museale che si riconducono all’approccio STEAM, in cui la progettazione ha coinvolto direttamente gli studenti universitari che, ad esempio, stimolati dalla visita di un museo scientifico, hanno sviluppato, anche in modo creativo, delle attività laboratoriali o delle dimostrazioni scientifiche rivolte sia ai bambini che ai ragazzi [6-8]. Riferimenti: [1] Z. S. Wilson et al. Diversifying Science, Technology, Engineering, and Mathematics (STEM): An Inquiry into Successful Approaches in Chemistry. Journal of Chemical Education, 2014, 91, 1860. [2] C. Conradty & F. X. Bogner,From STEM to STEAM: Cracking the Code? How Creativity & Motivation Interacts with Inquiry-based Learning. Creativity Research Journal, 2019, 31, 284. [3] A.M. Shah, C. Wylie, D. Gitomer, G. Noam, Improving STEM program quality in out-of-school-time: Tool development and validation. Science Education, 2018, 102, 238. [4] V. Domenici, “The role of Chemistry Museums in Chemical Education for the students and the general public: Italy, a case of study”, Journal of Chemical Education, 2008, 85, 1365. [5] Autori vari, in La Chimica nei Musei Scientifici e i Musei di Chimica, (V. Domenici & L. Campanella, Curatori), Casa Editrice La Sapienza, Roma: 2014. [6] V. Domenici, Insegnare e apprendere chimica, Mondadori Università, Firenze: 2018. [7] G. Silvi, L. Sentieri, A. Lenzi, V. Domenici, "Fare chimica con la luce": attività didattiche di introduzione alla spettroscopia, La chimica nella scuola, 2018, 3, 53. [8] V. Domenici et al. Dall’acidificazione dei mari al tema delle microplastiche: attività laboratoriali e interattive per tutti. La Chimica e l’Industria, in stampa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.