Su vari fronti e da varie prospettive si registra da tempo un progressivo declino della capacità della politica di contenere le tendenze anomiche che minacciano la coesione sociale e di contrastare le gravi disuguaglianze che sono tornate ad attraversare il Paese. Il sistema educativo costituisce uno dei versanti maggiormente esposti a questo declino, indubbiamente per cause strutturali legate al definanziamento ed alle rigidità del modello organizzativo, ma anche per la difficoltà a recuperare un ruolo di impulso ideale e di animazione sociale nelle attuali condizioni della post-modernità. È in questo contesto che, anche nell’ambito della programmazione socioeducativa, dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso il riferimento alla comunità è tornata ad essere evocato come un’opzione ideale e strategica per arginare gli effetti perversi del modello di società tardo moderna e per inaugurare una nuova stagione di alleanze virtuose tra componenti societarie, esperienze, competenze e saperi. È merito dell’insieme di questi diversi contributi se il riferimento alla comunità è diventato recentemente in Italia un ideale strategico anche per una serie di programmi di innovazione sociale e di contrasto alla povertà educativa. La locuzione “comunità educante” ha preso forma al loro interno, infatti, diventando presto l’emblema simbolico di una nuova stagione di impegno politico, pedagogico e sociale e anche di una strategia operativa di alleanze pragmatiche tra soggetti e istituzioni generalmente sconnessi che si scoprono potenziali protagonisti di progettualità comuni
La comunità educante. Riflessioni su un modello di rete locale per il contrasto alla povertà educativa
Gabriele Tomei
Primo
;Ivan GalliganiSecondo
2020-01-01
Abstract
Su vari fronti e da varie prospettive si registra da tempo un progressivo declino della capacità della politica di contenere le tendenze anomiche che minacciano la coesione sociale e di contrastare le gravi disuguaglianze che sono tornate ad attraversare il Paese. Il sistema educativo costituisce uno dei versanti maggiormente esposti a questo declino, indubbiamente per cause strutturali legate al definanziamento ed alle rigidità del modello organizzativo, ma anche per la difficoltà a recuperare un ruolo di impulso ideale e di animazione sociale nelle attuali condizioni della post-modernità. È in questo contesto che, anche nell’ambito della programmazione socioeducativa, dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso il riferimento alla comunità è tornata ad essere evocato come un’opzione ideale e strategica per arginare gli effetti perversi del modello di società tardo moderna e per inaugurare una nuova stagione di alleanze virtuose tra componenti societarie, esperienze, competenze e saperi. È merito dell’insieme di questi diversi contributi se il riferimento alla comunità è diventato recentemente in Italia un ideale strategico anche per una serie di programmi di innovazione sociale e di contrasto alla povertà educativa. La locuzione “comunità educante” ha preso forma al loro interno, infatti, diventando presto l’emblema simbolico di una nuova stagione di impegno politico, pedagogico e sociale e anche di una strategia operativa di alleanze pragmatiche tra soggetti e istituzioni generalmente sconnessi che si scoprono potenziali protagonisti di progettualità comuniI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.