Questo scritto mira a osservare la produzione critica di Antonio Prete in senso diacronico, confrontandola con le principali correnti contemporanee, allo scopo di mettere a fuoco le mutazioni del campo culturale, del modo d'intendere obiettivi e metodi della riflessione critica, dagli anni Settanta a oggi. Il saggio parte dalle prime reazioni allo Strutturalismo, sotto l'egida del gruppo di «Tel Quel» e segnatamente del Barthes di S/Z, caratterizzate dalla dispersione del senso, nel tentativo di «aprire» un testo che lo Strutturalismo aveva chiuso: di sciogliere la «rete dei concetti» che, in qualche modo, imbriglia e imprigiona il testo. In quest'ottica si analizzano alcuni testi di Barthes e si riflette sui concetti di «testo scrivibile» e di «leggibilità» e si analizzano similitudini e differenze tra i tentativi postrutturalisti dei primi anni Settanta e quelli elaborati in tempi più recenti all'interno degli studi culturali. Si definisce poi «saggio» per duplice opposizione: da un lato all'andamento razionalizzante della prosa critica «scientifica», dall'altro alle strutture narrative «di primo grado», romanzi, poesie ecc. La dimensione saggistica garantisce alla prosa di Prete grande libertà, evitando però l'esplosione, la frammentazione del senso di forme meno strutturate (riferimenti alle strutture «fragili» di Calvino, ai «Parlamenti» di Celati). Infine si identifica nel «trattato» (termine ripreso da Walter Benjamin) la forma di saggio che meglio accorda afflato personale e assenza di vocazione totalizzante. Seguendo il percorso di Prete, dai primi frammenti alle forme più complesse, del saggio e del trattato, si vuole evidenziare la necessità, che è di tutta una generazione, di ricostruire un discorso critico coerente, stabile e soprattutto comunicabile, composto anche di giudizi di valore, senza cadere in quella che, ancora oggi, è percepita come una griglia troppo rigida, una «prigione del linguaggio»: la pratica strutturalista.
Differenze teoriche tra saggio e frammento: il caso di Antonio Prete
Tirinanzi De Medici, Carlo
2012-01-01
Abstract
Questo scritto mira a osservare la produzione critica di Antonio Prete in senso diacronico, confrontandola con le principali correnti contemporanee, allo scopo di mettere a fuoco le mutazioni del campo culturale, del modo d'intendere obiettivi e metodi della riflessione critica, dagli anni Settanta a oggi. Il saggio parte dalle prime reazioni allo Strutturalismo, sotto l'egida del gruppo di «Tel Quel» e segnatamente del Barthes di S/Z, caratterizzate dalla dispersione del senso, nel tentativo di «aprire» un testo che lo Strutturalismo aveva chiuso: di sciogliere la «rete dei concetti» che, in qualche modo, imbriglia e imprigiona il testo. In quest'ottica si analizzano alcuni testi di Barthes e si riflette sui concetti di «testo scrivibile» e di «leggibilità» e si analizzano similitudini e differenze tra i tentativi postrutturalisti dei primi anni Settanta e quelli elaborati in tempi più recenti all'interno degli studi culturali. Si definisce poi «saggio» per duplice opposizione: da un lato all'andamento razionalizzante della prosa critica «scientifica», dall'altro alle strutture narrative «di primo grado», romanzi, poesie ecc. La dimensione saggistica garantisce alla prosa di Prete grande libertà, evitando però l'esplosione, la frammentazione del senso di forme meno strutturate (riferimenti alle strutture «fragili» di Calvino, ai «Parlamenti» di Celati). Infine si identifica nel «trattato» (termine ripreso da Walter Benjamin) la forma di saggio che meglio accorda afflato personale e assenza di vocazione totalizzante. Seguendo il percorso di Prete, dai primi frammenti alle forme più complesse, del saggio e del trattato, si vuole evidenziare la necessità, che è di tutta una generazione, di ricostruire un discorso critico coerente, stabile e soprattutto comunicabile, composto anche di giudizi di valore, senza cadere in quella che, ancora oggi, è percepita come una griglia troppo rigida, una «prigione del linguaggio»: la pratica strutturalista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.