Il presente contributo si impernia su tre poesie di Miguel Hernández ("España en ausencia", "Rusia" e "La fábrica-ciudad"), composte in seguito al viaggio dell'autore in Russia, nell'autunno del 1937. Attraverso una disamina delle lettere inviate alla famiglia, delle interviste e degli articoli pubblicati da riviste sia spagnole che russe e ricorrendo agli approcci critici di Šklovskij (1976) e Lotman (1985), si cercherà di mettere a fuoco i processi autoriali sottesi allo straniamento e alla riappropriazione dello spazio percepito come estraneo. La polisemia degli ambienti in cui svolge il soggiorno permette a Hernández di porsi con essi in un rapporto dialettico, che scongiura tanto sterili opposizioni binarie quanto indebite assimilazioni. Pur geograficamente remota, l'URSS si carica dunque di prossimità emotiva, sublimando agli occhi del poeta gli ideali repubblicani frustrati dalla guerra civile.
Morfologia dello spazio estraneo: la Russia nelle poesie di Miguel Hernández
Angela Moro
2021-01-01
Abstract
Il presente contributo si impernia su tre poesie di Miguel Hernández ("España en ausencia", "Rusia" e "La fábrica-ciudad"), composte in seguito al viaggio dell'autore in Russia, nell'autunno del 1937. Attraverso una disamina delle lettere inviate alla famiglia, delle interviste e degli articoli pubblicati da riviste sia spagnole che russe e ricorrendo agli approcci critici di Šklovskij (1976) e Lotman (1985), si cercherà di mettere a fuoco i processi autoriali sottesi allo straniamento e alla riappropriazione dello spazio percepito come estraneo. La polisemia degli ambienti in cui svolge il soggiorno permette a Hernández di porsi con essi in un rapporto dialettico, che scongiura tanto sterili opposizioni binarie quanto indebite assimilazioni. Pur geograficamente remota, l'URSS si carica dunque di prossimità emotiva, sublimando agli occhi del poeta gli ideali repubblicani frustrati dalla guerra civile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.