Apprendere dall’ambiente: la Geografia come disciplina cerniera tra l’essere residenti e il sentirsi abitanti

In compliance with the National Indications for the curriculum, the study of geography in compulsory schooling should testify to the need for an approach that is not limited to descriptive and notional content but instead builds an awareness that crosses spatial skills through the study of social motivations. , economic, cultural that determine, over time, the anthropization of nature. Often in school we see qui pro quo around the distinction between competences, knowledge and skills; sometimes the terms, and consequently what they mean, are used interchangeably; in reality, competence represents the highest level of learning, since it consists in having learned to know how to transfer and use it in contexts other than the one in which it was acquired or, to paraphrase Pellerey, it is a question of knowing how to orchestrate internal resources with those external, that is to know how to harmoniously intertwine what we encounter with what we already know. In this, geography assumes its role as a hinge discipline, as a Third Educator, able to connect the different knowledge and skills to reach that interdisciplinary, if not transdisciplinary complexity requested by Morin, necessary in order to be able to contribute to training, in the / the students / them, of those feelings of belonging and citizenship that guarantee the process of identification with the places and spaces they live, up to the maximum level consisting in feeling not so much resident as inhabitants and with-citizens, in sharing and in co-responsibility with respect to events and their consequences, both locally and globally, both individually and collectively.

Nel rispetto delle Indicazioni Nazionali per il curricolo, lo studio della geografia nella scuola dell’obbligo dovrebbe testimoniare la necessità di un approccio che non si limiti al contenuto descrittivo e nozionistico ma costruisca invece una consapevolezza che attraversa le competenze spaziali tramite lo studio delle motivazioni sociali, economiche, culturali che determinano, nel tempo, l’antropizzazione della natura. Spesso nella scuola assistiamo a qui pro quo intorno alla distinzione fra competenze, conoscenze e abilità; talvolta i termini, e di conseguenza ciò che significano, vengono utilizzati come sinonimi; in realtà la competenza rappresenta il livello più elevato dell’apprendimento, poiché consiste nell’aver appreso a saperla trasferire ed utilizzare in contesti diversi da quello in cui è stata acquisita o, per parafrasare Pellerey , si tratta di saper orchestrare le risorse interne con quelle esterne, ovvero di saper intrecciare in maniera armonica ciò che incontriamo con ciò che già sappiamo. In questo la geografia assume il suo ruolo di disciplina di cerniera, di Terzo Educatore, in grado di connettere le diverse conoscenze e abilità per raggiungere quella complessità interdisciplinare, se non addirittura transdisciplinare sollecitata da Morin, necessaria affinché si possa poter contribuire alla formazione, negli/le studenti/esse, di quei sentimenti di appartenenza e di cittadinanza che garantiscono il processo di identificazione con i luoghi e gli spazi che vivono, fino a raggiungere il livello massimo consistente nel sentirsi non tanto residenti quanto abitanti e con-cittadini, in condivisione e in corresponsabilità rispetto agli eventi e alle loro conseguenze, sia nel locale che nel globale, sia a livello individuale che collettivo.