Nel quadro dell'episcopato toscano del terzo venticinquennio del secolo XI, la figura di Pietro Mezzabarba, vescovo di Firenze fra 1064/5 e 1068, non si distingue (in senso positivo e soprattutto negativo) da quelle di vari altri vescovi. Il successore di Gerardo-Niccolò II, giunto sulla cattedra vescovile fiorentina sulla base di un accordo fra Alessandro II e il marchese di Tuscia Goffredo il Barbuto (marito di Beatrice di Canossa), fu oggetto di una durissima contestazione da parte dei Vallombrosani, ispirati dall'arcidiacono Ildebrando (futuro Gregorio VII), i quali, nella sua persona, intesero demonizzare il sistema di rapporti fra impero, Marca ed episcopato, come aveva funzionato fino a quel momento.
Pietro Mezzabarba e i suoi confratelli. Il reclutamento dei vescovi della Tuscia fra la morte di Enrico III e i primi anni del pontificato di Gregorio VII (1056-1078)
RONZANI, MAURO
2007-01-01
Abstract
Nel quadro dell'episcopato toscano del terzo venticinquennio del secolo XI, la figura di Pietro Mezzabarba, vescovo di Firenze fra 1064/5 e 1068, non si distingue (in senso positivo e soprattutto negativo) da quelle di vari altri vescovi. Il successore di Gerardo-Niccolò II, giunto sulla cattedra vescovile fiorentina sulla base di un accordo fra Alessandro II e il marchese di Tuscia Goffredo il Barbuto (marito di Beatrice di Canossa), fu oggetto di una durissima contestazione da parte dei Vallombrosani, ispirati dall'arcidiacono Ildebrando (futuro Gregorio VII), i quali, nella sua persona, intesero demonizzare il sistema di rapporti fra impero, Marca ed episcopato, come aveva funzionato fino a quel momento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.