L'articolo tenta di costruire una riflessione sul rapporto tra il concetto di città e quello di rovina. Quest'ultimo si riferisce ad un resto inattingibile, che a sua volta rimanda ad una "intesa segreta tra le generazioni passate e la nostra", come scrive W. Benjamin. La questione viene affrontata attraverso l'incontro con tre" icone" che incarnano il problema poetico - e, quindi, politico - della rovina: un film, "Il cavallo di Torino" di Béla Tarr; un tempio, l'Olympeion di Akragas; una silloge poetica in dialetto siciliano, "Ciuri di strata" di Francesco Guglielmino.

Fiori di strada tra le rovine: che ne è della città?

Andrea Raciti
2021-01-01

Abstract

L'articolo tenta di costruire una riflessione sul rapporto tra il concetto di città e quello di rovina. Quest'ultimo si riferisce ad un resto inattingibile, che a sua volta rimanda ad una "intesa segreta tra le generazioni passate e la nostra", come scrive W. Benjamin. La questione viene affrontata attraverso l'incontro con tre" icone" che incarnano il problema poetico - e, quindi, politico - della rovina: un film, "Il cavallo di Torino" di Béla Tarr; un tempio, l'Olympeion di Akragas; una silloge poetica in dialetto siciliano, "Ciuri di strata" di Francesco Guglielmino.
2021
Raciti, Andrea
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1168367
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