Die Kronenwächter (1817) di Ludwig Achim von Arnim si presenta come un romanzo storico di ambientazione cinquecentesca, ma intende piuttosto essere una riflessione sull’esistenza individuale nel mondo storico. Tra le strategie metanarrative adottate assume un rilievo decisivo l’elemento figurativo, inteso sia come tramite di straniamento (disposizione in tableaux degli episodi cruciali, “Bildbeschreibung”), sia come chiave residuale per mettere ordine almeno nello spazio, collocandovi scenari che chiedono di essere osservati con attenzione e ricostruiti prima ancora che di essere interpretati. La descrizione di arazzi e vetrate, che sostituisce la narrazione in due punti cruciali del romanzo, conferisce un’esemplarità atemporale e un’enigmatica evidenza alle situazioni rappresentate. Ma non solo: l’ordine della descrizione segue, passo dopo passo, le procedure artigianali di allestimento dei manufatti. Raccontare “seguendo l’ordine delle immagini” significa in questo romanzo giustapporre all’ordine cronologico della narrazione storica l’ordine mitico della saga, della leggenda, senza che né l’uno né l’altro vengano soppressi. Significa anche contrapporre implicitamente la scansione del “fare” alle dinamiche dell’azione. Se è vero che viene indebolito il senso della direzione e della finalità della narrazione, intatta resta la sua potenzialità di scansione, un ritmo che consente di integrare la visione del singolo, quella di una collettività storica e quella di ciò che nell’introduzione Arnim aveva definito “spirito” – l’istanza cioè che garantisce continuità all’accadere storico.
"Raccontare seguendo l'ordine delle immagini". 'Die Kronenwaechter' di Ludwig Achim von Arnim
CERMELLI, GIOVANNA
2007-01-01
Abstract
Die Kronenwächter (1817) di Ludwig Achim von Arnim si presenta come un romanzo storico di ambientazione cinquecentesca, ma intende piuttosto essere una riflessione sull’esistenza individuale nel mondo storico. Tra le strategie metanarrative adottate assume un rilievo decisivo l’elemento figurativo, inteso sia come tramite di straniamento (disposizione in tableaux degli episodi cruciali, “Bildbeschreibung”), sia come chiave residuale per mettere ordine almeno nello spazio, collocandovi scenari che chiedono di essere osservati con attenzione e ricostruiti prima ancora che di essere interpretati. La descrizione di arazzi e vetrate, che sostituisce la narrazione in due punti cruciali del romanzo, conferisce un’esemplarità atemporale e un’enigmatica evidenza alle situazioni rappresentate. Ma non solo: l’ordine della descrizione segue, passo dopo passo, le procedure artigianali di allestimento dei manufatti. Raccontare “seguendo l’ordine delle immagini” significa in questo romanzo giustapporre all’ordine cronologico della narrazione storica l’ordine mitico della saga, della leggenda, senza che né l’uno né l’altro vengano soppressi. Significa anche contrapporre implicitamente la scansione del “fare” alle dinamiche dell’azione. Se è vero che viene indebolito il senso della direzione e della finalità della narrazione, intatta resta la sua potenzialità di scansione, un ritmo che consente di integrare la visione del singolo, quella di una collettività storica e quella di ciò che nell’introduzione Arnim aveva definito “spirito” – l’istanza cioè che garantisce continuità all’accadere storico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.