Sebbene il grado di complessità linguistica sia dello scritto che del parlato possa essere misurato mediante i medesimi parametri grammaticali, enucleabili a livello morfologico, lessicale e sintattico, la letteratura recente sembra sostenere l’assunto, risalente agli studi pionieristici sulla complessità, secondo cui il parlato sia meno complesso dello scritto. Secondo questi studi, che si fondano su criteri prevalentemente sintattici, il basso grado di complessità del parlato è dovuto essenzialmente all’utilizzo meno frequente dello stile ipotattico e di strutture sintattiche collegate tra loro da un diverso grado di gerarchia sintattica (subordinata di primo, secondo grado). Partendo da tali presupposti, il presente contributo illustra i risultati di un’indagine pilota su un corpus di testi del tedesco parlato (spontaneo) e che permettono di sostenere la tesi secondo cui il tedesco parlato può presentare complessità sintattica al pari dello scritto che deriva proprio dall’utilizzo frequente di frasi complesse, costituite da frase matrice o principale e da almeno una frase subordinata. Interesse centrale del presente lavoro è la complessità in relazione alle modalità comunicative; in altri termini, la complessità sintattica del tedesco parlato sembra dipendere dalla funzione pragmatica che la frase complessa svolge nel tedesco dell’oralità; l’utilizzo di frasi complesse da parte degli interlocutori risponde a finalità comunicative che possiamo definire narrative, considerato che esse occorrono tipicamente quando il parlante esplicita la propria opinione o, ancora più tipicamente, quando racconta di fatti, circostanze ed eventi (personali e non).
Sulla complessità sintattica del tedesco parlato.
Malloggi, Patrizio
2023-01-01
Abstract
Sebbene il grado di complessità linguistica sia dello scritto che del parlato possa essere misurato mediante i medesimi parametri grammaticali, enucleabili a livello morfologico, lessicale e sintattico, la letteratura recente sembra sostenere l’assunto, risalente agli studi pionieristici sulla complessità, secondo cui il parlato sia meno complesso dello scritto. Secondo questi studi, che si fondano su criteri prevalentemente sintattici, il basso grado di complessità del parlato è dovuto essenzialmente all’utilizzo meno frequente dello stile ipotattico e di strutture sintattiche collegate tra loro da un diverso grado di gerarchia sintattica (subordinata di primo, secondo grado). Partendo da tali presupposti, il presente contributo illustra i risultati di un’indagine pilota su un corpus di testi del tedesco parlato (spontaneo) e che permettono di sostenere la tesi secondo cui il tedesco parlato può presentare complessità sintattica al pari dello scritto che deriva proprio dall’utilizzo frequente di frasi complesse, costituite da frase matrice o principale e da almeno una frase subordinata. Interesse centrale del presente lavoro è la complessità in relazione alle modalità comunicative; in altri termini, la complessità sintattica del tedesco parlato sembra dipendere dalla funzione pragmatica che la frase complessa svolge nel tedesco dell’oralità; l’utilizzo di frasi complesse da parte degli interlocutori risponde a finalità comunicative che possiamo definire narrative, considerato che esse occorrono tipicamente quando il parlante esplicita la propria opinione o, ancora più tipicamente, quando racconta di fatti, circostanze ed eventi (personali e non).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


