La lingua delle novelle di Marco Cademosto (1544)

This paper outlines the Marco Cademosto’life (Lodi, 1477-?, post 1544), known as Marco da Lodi by his contemporaries, placing him in the cultural environment of papal Rome in the first half of the 16th century, in which he acted as a musician, poet and short story writer. It then analyses the language of the six short stories he wrote (published at the end, on unnumbered pages, of his "Sonetti et altre rime, con proposte , et resposte de alcuni huomini degni, et con alcune novelle, capitoli, et stanze", Rome, Antonio Blado, 1544), highlighting their phonomorphological backwardness ‒ common to a lot of contemporary short story writing ‒ compared to Bembo's codification and the insistent but poorly mastered imitation of Boccaccio’s syntax.

L’articolo tratteggia la figura di Marco Cademosto (Lodi, 1477-?, post 1544), detto Marco da Lodi dai contemporanei, collocandola nell’ambiente culturale della Roma curiale della prima metà del Cinquecento entro cui operò come musico, rimatore e novellista. Analizza quindi la lingua delle sei novelle di cui è autore (edite in coda, in pagine non numerate, del suo "Sonetti et altre rime, con proposte , et resposte de alcuni huomini degni, et con alcune novelle, capitoli, et stanze", Roma, Antonio Blado, 1544), rilevandone l’arretratezza fonomorfologica rispetto alla codificazione bembiana, comune a tanta novellistica del tempo, e l’insistita ma mal padroneggiata imitazione della sintassi di Boccaccio.