Fra le carte di un notaio pisano di fine '400 si trova una querela, in forma di "recordatio", dettata dall'arcivescovo pisano Uberto (1133-1137), al fine di rivendicare l'appartenenza originaria alla diocesi pisana di una serie di pievi, che sarebbero poi passate per usurpazione alle diocesi limitrofe di Lucca, Volterra, Firenze e Luni. Considerato in genere un falso puro e semplice, il testo fu riscoperto e rivalutato da W. Kurze nel 1990. Il contributo discute le critiche indirizzate al lavoro del compianto storico tedesco e sostiene con nuovi argomenti la sostanziale genuinità di un testo che, nella forma in cui ci è giunto, è peraltro solo un promemoria ad uso interno, in una stesura ancora aperta
Ancora sulla “recordatio” dell’arcivescovo pisano Uberto: memoria del passato e rivendicazioni territoriali verso la metà del secolo XII
RONZANI, MAURO
2010-01-01
Abstract
Fra le carte di un notaio pisano di fine '400 si trova una querela, in forma di "recordatio", dettata dall'arcivescovo pisano Uberto (1133-1137), al fine di rivendicare l'appartenenza originaria alla diocesi pisana di una serie di pievi, che sarebbero poi passate per usurpazione alle diocesi limitrofe di Lucca, Volterra, Firenze e Luni. Considerato in genere un falso puro e semplice, il testo fu riscoperto e rivalutato da W. Kurze nel 1990. Il contributo discute le critiche indirizzate al lavoro del compianto storico tedesco e sostiene con nuovi argomenti la sostanziale genuinità di un testo che, nella forma in cui ci è giunto, è peraltro solo un promemoria ad uso interno, in una stesura ancora apertaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.