La corretta illuminazione dei luoghi di lavoro rappresenta un aspetto essenziale affinché ai lavoratori sia consentito lo svolgimento in modo efficiente, accurato e sicuro dei propri compiti visivi, garantendo livelli di visibilità e comfort adeguati. L’illuminazione deve quindi essere confortevole, comunicare senso di sicurezza, non essere causa di affaticamenti (in particolare di tipo visivo), non risultare disturbante od originare disagi/fastidi al lavoratore durante lo svolgimento delle proprie attività. È interessante osservare che tra i vari fattori fisici potenzialmente capaci di costituire un “rischio” per la salute dei lavoratori quello della luce è sempre stato (almeno in Medicina del Lavoro) uno tra i meno studiati, essendo in genere considerato un fattore di disagio piuttosto che una causa di danno. Solo di recente la luce ha assunto una importanza maggiore e, di conseguenza, la necessità di una sua più attenta valutazione nei luoghi di lavoro è divenuta sempre più frequente. In questo ambito, in particolare, le analisi fotometriche, anche attraverso misure in campo con strumentazione portatile, e le indagini ergoftalmologiche di campioni significativi di lavoratori, soprattutto nel lavoro d’ufficio, possono fornire un fondamentale contributo per la comprensione degli effetti che attività lavorative svolte in condizioni di illuminazione inadeguata possono determinare.
Risk assessment illuminotecnico nei luoghi di lavoro - Risultati di un'esperienza di misure in campo negli Ospedali della Regione Toscana
LECCESE, FRANCESCO;SALVADORI, GIACOMO;
2012-01-01
Abstract
La corretta illuminazione dei luoghi di lavoro rappresenta un aspetto essenziale affinché ai lavoratori sia consentito lo svolgimento in modo efficiente, accurato e sicuro dei propri compiti visivi, garantendo livelli di visibilità e comfort adeguati. L’illuminazione deve quindi essere confortevole, comunicare senso di sicurezza, non essere causa di affaticamenti (in particolare di tipo visivo), non risultare disturbante od originare disagi/fastidi al lavoratore durante lo svolgimento delle proprie attività. È interessante osservare che tra i vari fattori fisici potenzialmente capaci di costituire un “rischio” per la salute dei lavoratori quello della luce è sempre stato (almeno in Medicina del Lavoro) uno tra i meno studiati, essendo in genere considerato un fattore di disagio piuttosto che una causa di danno. Solo di recente la luce ha assunto una importanza maggiore e, di conseguenza, la necessità di una sua più attenta valutazione nei luoghi di lavoro è divenuta sempre più frequente. In questo ambito, in particolare, le analisi fotometriche, anche attraverso misure in campo con strumentazione portatile, e le indagini ergoftalmologiche di campioni significativi di lavoratori, soprattutto nel lavoro d’ufficio, possono fornire un fondamentale contributo per la comprensione degli effetti che attività lavorative svolte in condizioni di illuminazione inadeguata possono determinare.File | Dimensione | Formato | |
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