Dalle osservazioni compiute su quattro vitigni aventi tre combinazioni di innesto, disposti a blocco randomizzato è emerso che il Cabernet Sauvignon è particolarmente più sensibile al mal dell’esca, del Sangiovese e del Trebbiano toscano, mentre lo Chardonnay è risultato il meno sensibile. Le piante autoradicate, invece, manifestano sempre una minore incidenza di piante sintomatiche, a eccezione che sul Trebbiano toscano, mentre nelle combinazioni con 1103 Paulsen e con Kober 5BB si nota una maggiore percentuale di piante sintomatiche. Osservazioni condotte in vigneti coetanei (10-13 anni) di Ansonica, Merlot, Sangiovese, Syrah e Vermentino, presenti in Maremma, hanno chiaramente indicato la elevata sensibilità del vitigno Ansonica, senza che tale sensibilità possa essere fatta risalire al diverso tipo di potatura. La presenza di 10 combinazioni di innesto in un vigneto sperimentale di Ansonica ha permesso anche di stabilire, nell’arco di un triennio, un diverso grado di sensibilità alla sindrome del mal dell’esca. Più in particolare, le piante che hanno presentato una minore infezione cumulata sono state quelle innestate su 110 Richter mentre la maggiore presenza di piante malate è stata registrata su Gravesac . La presenza non uniforme della sindrome nel vigneto randomizzato non ha consentito di evidenziare differenze significative tra gli altri portinnesti, anche molto diversi per vigoria e origine genetica. L’insieme delle informazioni ottenute da questi rilevamenti induce a ritenere che la presenza dell’innesto è fattore predisponente alla manifestazione dei sintomi classici e progressivi del mal dell’esca (foglie tigrate, necrosi internervali, necrosi delle foglie, caduta delle foglie, disseccamento de grappoli, e apoplessia ) mentre l’influenza del tipo di portainnesto non è sempre generalizzabile. In qualche caso, in funzione della sua vigoria, appare fattore predisponente (1103P, ad esempio); tuttavia, il Gravesac, che ha un vigore comparabile al 110R, diverge nettamente per la maggiore presenza di piante sintomatiche. Nell’impianto del vigneto sarebbe consigliabile, ove possibile, preferire vitigni più tolleranti alla malattia o, quanto meno, adottare tecniche colturali idonee a prevenire la manifestazione della malattia.

Incidenza del mal dell'esca su Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Sangiovese e Trebbiano Toscano in Toscana

SCALABRELLI, GIANCARLO;GUCCI, RICCARDO;CARUSO, GIOVANNI;VITI, RAFFAELLA
2010-01-01

Abstract

Dalle osservazioni compiute su quattro vitigni aventi tre combinazioni di innesto, disposti a blocco randomizzato è emerso che il Cabernet Sauvignon è particolarmente più sensibile al mal dell’esca, del Sangiovese e del Trebbiano toscano, mentre lo Chardonnay è risultato il meno sensibile. Le piante autoradicate, invece, manifestano sempre una minore incidenza di piante sintomatiche, a eccezione che sul Trebbiano toscano, mentre nelle combinazioni con 1103 Paulsen e con Kober 5BB si nota una maggiore percentuale di piante sintomatiche. Osservazioni condotte in vigneti coetanei (10-13 anni) di Ansonica, Merlot, Sangiovese, Syrah e Vermentino, presenti in Maremma, hanno chiaramente indicato la elevata sensibilità del vitigno Ansonica, senza che tale sensibilità possa essere fatta risalire al diverso tipo di potatura. La presenza di 10 combinazioni di innesto in un vigneto sperimentale di Ansonica ha permesso anche di stabilire, nell’arco di un triennio, un diverso grado di sensibilità alla sindrome del mal dell’esca. Più in particolare, le piante che hanno presentato una minore infezione cumulata sono state quelle innestate su 110 Richter mentre la maggiore presenza di piante malate è stata registrata su Gravesac . La presenza non uniforme della sindrome nel vigneto randomizzato non ha consentito di evidenziare differenze significative tra gli altri portinnesti, anche molto diversi per vigoria e origine genetica. L’insieme delle informazioni ottenute da questi rilevamenti induce a ritenere che la presenza dell’innesto è fattore predisponente alla manifestazione dei sintomi classici e progressivi del mal dell’esca (foglie tigrate, necrosi internervali, necrosi delle foglie, caduta delle foglie, disseccamento de grappoli, e apoplessia ) mentre l’influenza del tipo di portainnesto non è sempre generalizzabile. In qualche caso, in funzione della sua vigoria, appare fattore predisponente (1103P, ad esempio); tuttavia, il Gravesac, che ha un vigore comparabile al 110R, diverge nettamente per la maggiore presenza di piante sintomatiche. Nell’impianto del vigneto sarebbe consigliabile, ove possibile, preferire vitigni più tolleranti alla malattia o, quanto meno, adottare tecniche colturali idonee a prevenire la manifestazione della malattia.
2010
Scalabrelli, Giancarlo; Gucci, Riccardo; Caruso, Giovanni; Bertolla, C; Andreini, L; Viti, Raffaella
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