In questo lavoro viene valutata, attraverso prove di laboratorio, l’evoluzione di alcune caratteristiche chimiche, biochimiche e microbiologiche di un suolo agrario inquinato da idrocarburi del petrolio durante il periodo di decontaminazione effettuato con due diverse tecnologie di biorisanamento: il landfarming ed il bioslurry. Oltre al confronto tra le due tecnologie, è stata verificata l’efficacia del trattamento di inoculo con ceppi batterici commerciali ed aggiunta di sostanze nutrienti in parallelo al suolo di controllo, con carica microbica autoctona e non concimato. Le prove hanno avuto la durata di 60 giorni per il landfarming e di 21 giorni per il bioslurry, con prelievi intermedi dei campioni sui quali sono state effettuate analisi chimiche (pH, idrocarburi totali), biochimiche (β-glucosidasi, lipasi, deidrogenasi) e microbiologiche (CBT aerobica e specifica). I risultati confermano la maggiore velocità di abbattimento degli idrocarburi da parte del bioslurry (34%) rispetto al landfarming (16%) nei 21 giorni di trattamento. In generale tutte le attività enzimatiche testate hanno mostrato valori superiori nei terreni inoculati e con aggiunta di nutrienti rispetto a quelli di controllo. I ceppi batterici specifici commerciali si sono dimostrati efficienti nella biodegradazione degli idrocarburi tanto nel suolo (landfarming) quanto nella matrice semi-solida (bioslurry). Gli indicatori biochimici e biologici che meglio hanno monitorato i processi di biorecupero sono stati l’attività lipasica ed il controllo della CBT aerobica. Parole chiave: biorisanamento del suolo, degradazione di idrocarburi del petrolio, landfarming, bioslurry, inoculo batterico, attività enzimatiche del suolo.
Biorisanamento di terreni contaminati da idrocarburi: confronto tra Landfarming e Bioslurry
CARDELLI, ROBERTO;SAVIOZZI, ALESSANDRO;
2004-01-01
Abstract
In questo lavoro viene valutata, attraverso prove di laboratorio, l’evoluzione di alcune caratteristiche chimiche, biochimiche e microbiologiche di un suolo agrario inquinato da idrocarburi del petrolio durante il periodo di decontaminazione effettuato con due diverse tecnologie di biorisanamento: il landfarming ed il bioslurry. Oltre al confronto tra le due tecnologie, è stata verificata l’efficacia del trattamento di inoculo con ceppi batterici commerciali ed aggiunta di sostanze nutrienti in parallelo al suolo di controllo, con carica microbica autoctona e non concimato. Le prove hanno avuto la durata di 60 giorni per il landfarming e di 21 giorni per il bioslurry, con prelievi intermedi dei campioni sui quali sono state effettuate analisi chimiche (pH, idrocarburi totali), biochimiche (β-glucosidasi, lipasi, deidrogenasi) e microbiologiche (CBT aerobica e specifica). I risultati confermano la maggiore velocità di abbattimento degli idrocarburi da parte del bioslurry (34%) rispetto al landfarming (16%) nei 21 giorni di trattamento. In generale tutte le attività enzimatiche testate hanno mostrato valori superiori nei terreni inoculati e con aggiunta di nutrienti rispetto a quelli di controllo. I ceppi batterici specifici commerciali si sono dimostrati efficienti nella biodegradazione degli idrocarburi tanto nel suolo (landfarming) quanto nella matrice semi-solida (bioslurry). Gli indicatori biochimici e biologici che meglio hanno monitorato i processi di biorecupero sono stati l’attività lipasica ed il controllo della CBT aerobica. Parole chiave: biorisanamento del suolo, degradazione di idrocarburi del petrolio, landfarming, bioslurry, inoculo batterico, attività enzimatiche del suolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.