Il monitoraggio delle specie naturali, mirante ad una politica di conservazione della natura, rappresenta uno dei mezzi di valutazione dell’habitat più adatti nell’acquisire utili indicatori. Sulla base di tali considerazioni il monitoraggio dello stato delle popolazioni di lepre, una delle specie di maggiore interesse che ha subito nel corso degli anni sorti alterne, può fornire, non solo utili indicazioni sulla conservazione della specie, ma costituire anche un valido supporto nel controllo ambientale. A tale proposito gli autori riferiscono circa l’utilità delle indagini, sia di valutazione ambientale che di monitoraggio fisiologico e sanitario, ai fini di definire l’idoneità ambientale delle zone di ripopolamento e cattura di pertinenza degli Ambiti Territoriali di Caccia. La scelta del profilo metabolico deriva dal fatto che la conoscenza dei valori di un certo numero di parametri ematici permette la valutazione dell’attività metabolica degli animali, esprimendo pertanto la situazione umorale degli stessi in funzione della specie, dell’età media dei soggetti, dell’alimentazione e del territorio nel quale vivono. I risultati di esperienze effettuate in un Ambito Territoriale di Caccia della Toscana indicano l’importanza della diversificazione del territorio e l’effetto negativo della presenza di vaste superfici uniformi, pur restando salde alcune preferenze tipiche della specie come quelle verso le aree aperte dotate di ripari. La diversificazione ambientale, tipica della produzione biologica, costituisce sicuramente uno dei mezzi più validi per contenere la mortalità della lepre, particolarmente nel periodo invernale, in quanto un ambiente vario fornisce agli animali sostentamento e ricovero nei momenti più difficili dell’anno. Nel complesso il profilo metabolico (metabolismo energetico, proteico e minerale), nelle Zone di ripopolamento e cattura a buona produttività non ha evidenziato particolari situazioni carenziali ed ha dimostrato di essere un valido indicatore di popolazione e di ambiente anche se impiegato da solo.

La lepre e l'ambiente agricolo

PACI, GISELLA;BAGLIACCA, MARCO
2003-01-01

Abstract

Il monitoraggio delle specie naturali, mirante ad una politica di conservazione della natura, rappresenta uno dei mezzi di valutazione dell’habitat più adatti nell’acquisire utili indicatori. Sulla base di tali considerazioni il monitoraggio dello stato delle popolazioni di lepre, una delle specie di maggiore interesse che ha subito nel corso degli anni sorti alterne, può fornire, non solo utili indicazioni sulla conservazione della specie, ma costituire anche un valido supporto nel controllo ambientale. A tale proposito gli autori riferiscono circa l’utilità delle indagini, sia di valutazione ambientale che di monitoraggio fisiologico e sanitario, ai fini di definire l’idoneità ambientale delle zone di ripopolamento e cattura di pertinenza degli Ambiti Territoriali di Caccia. La scelta del profilo metabolico deriva dal fatto che la conoscenza dei valori di un certo numero di parametri ematici permette la valutazione dell’attività metabolica degli animali, esprimendo pertanto la situazione umorale degli stessi in funzione della specie, dell’età media dei soggetti, dell’alimentazione e del territorio nel quale vivono. I risultati di esperienze effettuate in un Ambito Territoriale di Caccia della Toscana indicano l’importanza della diversificazione del territorio e l’effetto negativo della presenza di vaste superfici uniformi, pur restando salde alcune preferenze tipiche della specie come quelle verso le aree aperte dotate di ripari. La diversificazione ambientale, tipica della produzione biologica, costituisce sicuramente uno dei mezzi più validi per contenere la mortalità della lepre, particolarmente nel periodo invernale, in quanto un ambiente vario fornisce agli animali sostentamento e ricovero nei momenti più difficili dell’anno. Nel complesso il profilo metabolico (metabolismo energetico, proteico e minerale), nelle Zone di ripopolamento e cattura a buona produttività non ha evidenziato particolari situazioni carenziali ed ha dimostrato di essere un valido indicatore di popolazione e di ambiente anche se impiegato da solo.
2003
Paci, Gisella; Bagliacca, Marco
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