La presente indagine esplorativa sugli obiettivi percepiti da parte di diverse categorie di portatori di interesse nell’ambito di alcune DOP e IGP, relativamente a quelli esplicitamente dichiarati dal legislatore nel regolamento, ha avuto carattere qualitativo. Nella percezione degli intervistati emergono sostanziali differenze tra le potenzialità offerte dalla denominazione di origine nei diversi contesti in cui essa viene applicata: Gli obiettivi perseguiti ed il grado di importanza ad essi attribuito variano a seconda della prospettiva del rispondente nell’ambito della DOP/IGP, ma anche all’interno della stessa categoria di stakeholder gli obiettivi possono essere parzialmente in accordo tra loro, se non addirittura in una relazione di trade off. In particolare per i produttori, gli interessi variano in base al ruolo ricoperto nella filiera, a seconda che si tratti di un produttore di materia prima o di un’impresa di trasformazione che vende il prodotto finito: il coinvolgimento della fase a monte della filiera, e i conseguenti benefici economici, sono spesso a carattere indiretto rispetto a quello del trasformatore e solo laddove le due categorie di soggetti sono “legate” (ad esempio attraverso la forma organizzativa della cooperativa sociale) le potenzialità percepite legate alla DOP sembrano accentuarsi per entrambe le categorie di stakeholder. Inoltre gli obiettivi perseguiti variano a seconda della dimensione e della notorietà della denominazione d’origine: all’aumentare della rilevanza economica, la DOP è un utile strumento per perseguire migliori performance di mercato e la salvaguardia del nome del prodotto da imitazioni. Viceversa diminuisce la priorità degli obiettivi di sviluppo del territorio locale e di rafforzamento del potere contrattuale dei produttori. Per le piccole denominazioni all’opposto, la DOP rappresenta uno strumento per la salvaguardia dell’esistenza del prodotto sul territorio, ma, pur con alcune eccezioni, coglie con più difficoltà l’obiettivo di miglioramento della performance sul mercato. Infine, la denominazione come possibilità di un maggior ritorno per gli agricoltori, (sebbene si tratti di un obiettivo fondamentale del legislatore che ha istituito le DOP/IGP), sembra più rilevante per le denominazioni piccole rispetto a quelle grandi, ma sempre molto difficoltosa da raggiungere. Nonostante il carattere preliminare del presente lavoro e la limitata numerosità del campione degli intervistati, è opportuno proseguire e approfondire le riflessioni avviate, come contributo al dibattito in atto sulle denominazioni di origine allo scopo di mettere a fuoco la compatibilità e gli eventuali trade off tra gli obiettivi rilevanti per il policy maker, nonché l’adeguatezza degli strumenti destinati a perseguire tali scopi.

Una DOP per quali obiettivi? Le aspettative dei diversi portatori di interesse

GALLI, FRANCESCA
2011-01-01

Abstract

La presente indagine esplorativa sugli obiettivi percepiti da parte di diverse categorie di portatori di interesse nell’ambito di alcune DOP e IGP, relativamente a quelli esplicitamente dichiarati dal legislatore nel regolamento, ha avuto carattere qualitativo. Nella percezione degli intervistati emergono sostanziali differenze tra le potenzialità offerte dalla denominazione di origine nei diversi contesti in cui essa viene applicata: Gli obiettivi perseguiti ed il grado di importanza ad essi attribuito variano a seconda della prospettiva del rispondente nell’ambito della DOP/IGP, ma anche all’interno della stessa categoria di stakeholder gli obiettivi possono essere parzialmente in accordo tra loro, se non addirittura in una relazione di trade off. In particolare per i produttori, gli interessi variano in base al ruolo ricoperto nella filiera, a seconda che si tratti di un produttore di materia prima o di un’impresa di trasformazione che vende il prodotto finito: il coinvolgimento della fase a monte della filiera, e i conseguenti benefici economici, sono spesso a carattere indiretto rispetto a quello del trasformatore e solo laddove le due categorie di soggetti sono “legate” (ad esempio attraverso la forma organizzativa della cooperativa sociale) le potenzialità percepite legate alla DOP sembrano accentuarsi per entrambe le categorie di stakeholder. Inoltre gli obiettivi perseguiti variano a seconda della dimensione e della notorietà della denominazione d’origine: all’aumentare della rilevanza economica, la DOP è un utile strumento per perseguire migliori performance di mercato e la salvaguardia del nome del prodotto da imitazioni. Viceversa diminuisce la priorità degli obiettivi di sviluppo del territorio locale e di rafforzamento del potere contrattuale dei produttori. Per le piccole denominazioni all’opposto, la DOP rappresenta uno strumento per la salvaguardia dell’esistenza del prodotto sul territorio, ma, pur con alcune eccezioni, coglie con più difficoltà l’obiettivo di miglioramento della performance sul mercato. Infine, la denominazione come possibilità di un maggior ritorno per gli agricoltori, (sebbene si tratti di un obiettivo fondamentale del legislatore che ha istituito le DOP/IGP), sembra più rilevante per le denominazioni piccole rispetto a quelle grandi, ma sempre molto difficoltosa da raggiungere. Nonostante il carattere preliminare del presente lavoro e la limitata numerosità del campione degli intervistati, è opportuno proseguire e approfondire le riflessioni avviate, come contributo al dibattito in atto sulle denominazioni di origine allo scopo di mettere a fuoco la compatibilità e gli eventuali trade off tra gli obiettivi rilevanti per il policy maker, nonché l’adeguatezza degli strumenti destinati a perseguire tali scopi.
2011
Galli, Francesca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/631069
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