In the fifth chapter of “Flush: A Biography” (1933), the mock biography in which Virginia Woolf revisited a span of Elizabeth Barrett Browning’s life from the alleged point of view of Flush (1840-54), the artist’s beloved cocker spaniel, the Brownings’ yearned-for elopement to Italy is vividly depicted in terms of an emotional rebirth and visually connected with a sunny, joyous landscape full of pouring light, energy, and bustle. The romantically regenerating force of this ‘genius loci’ is conveyed in the text through several references to the places where the Brownings lived while in Italy, notably Pisa and Florence. It is also thanks to the biographee’s identity (an animal) that these two cities can be seen as getting more and more imbued with symbolic meanings related to the undermining of hierarchical and class-conscious coercions, of Victorian conventions and prudery, towards a (re)discovery of a ‘healthier’, receptive and instinctual component as well as freedom and egalitarianism. This paper focuses on a number of settings (from Wimpole Street and Whitechapel to the streets in Pisa and the Cascine and Casa Guidi in Florence) to gradually investigate the effects of a pervading sensorial experience through which Woolf seems both to have responded to the myth of an ‘exotic’ Italy and to have drawn on her own memories of travelling in our country. In “Flush”, a biography which also appeals to the animal dimension with a view to deconstructing phallocentrism, a Florence resembling a ‘maternal city’ will in the end set itself against drearily patriarchal London, as Susan Merrill Squier observed in “Virginia Woolf and London: The Sexual Politics of the City” (1985). / Nel quinto capitolo di “Flush: A Biography” (1933), il singolare, ‘scherzoso’ esperimento biografico nel quale Virginia Woolf ricostruì uno spaccato del percorso esistenziale di Elizabeth Barrett Browning filtrandolo dall’ottica di Flush (1840-54), l’amatissimo cocker spaniel della poetessa, l’anelata fuga in terra italiana da parte dei coniugi Browning è rappresentata nei termini vividi di una rinascita emotiva ed è relazionata icasticamente a un paesaggio solare e gioioso, animato da energia e vitalismo. A veicolare la forza romanticamente rigenerante di questo ‘genius loci’ sono nel testo gli scenari toscani dove i Browning soggiornarono, in particolare Pisa e Firenze. Anche grazie alla tipologia del soggetto biografato (un animale), queste due città catalizzano su di sé valenze simboliche associate all’invalidamento delle coercizioni gerarchiche e classiste, a una critica delle convenzioni e della pruderie vittoriana, verso la (ri)valutazione di una ‘sana’ componente istintuale e interazionale, della libertà e dell’egualitarismo. Il presente contributo si focalizza sui variegati quadri d’ambiente – Wimpole Street e Whitechapel, le strade pisane, le Cascine e Casa Guidi nel capoluogo toscano – per indagare gli effetti di una pervasiva esperienza sensoriale attraverso la quale Woolf sembra sia dialogare con il mito di un’Italia ‘esotica’, sia scavare nei ricordi personali dei propri viaggi italiani. In “Flush”, biografia che si appella alla dimensione animale anche per decostruire i palinsesti fallocentrici, una Firenze eletta a ‘città materna’ si contrapporrà a una Londra cupa ‘capitale del patriarcato’, come ha osservato Susan Merrill Squier in “Virginia Woolf and London: The Sexual Politics of the City” (1985).

'The joy that the sun breeds': l'animale e le ambientazioni toscane in "Flush" di Virginia Woolf

GIOVANNELLI, LAURA
2014-01-01

Abstract

In the fifth chapter of “Flush: A Biography” (1933), the mock biography in which Virginia Woolf revisited a span of Elizabeth Barrett Browning’s life from the alleged point of view of Flush (1840-54), the artist’s beloved cocker spaniel, the Brownings’ yearned-for elopement to Italy is vividly depicted in terms of an emotional rebirth and visually connected with a sunny, joyous landscape full of pouring light, energy, and bustle. The romantically regenerating force of this ‘genius loci’ is conveyed in the text through several references to the places where the Brownings lived while in Italy, notably Pisa and Florence. It is also thanks to the biographee’s identity (an animal) that these two cities can be seen as getting more and more imbued with symbolic meanings related to the undermining of hierarchical and class-conscious coercions, of Victorian conventions and prudery, towards a (re)discovery of a ‘healthier’, receptive and instinctual component as well as freedom and egalitarianism. This paper focuses on a number of settings (from Wimpole Street and Whitechapel to the streets in Pisa and the Cascine and Casa Guidi in Florence) to gradually investigate the effects of a pervading sensorial experience through which Woolf seems both to have responded to the myth of an ‘exotic’ Italy and to have drawn on her own memories of travelling in our country. In “Flush”, a biography which also appeals to the animal dimension with a view to deconstructing phallocentrism, a Florence resembling a ‘maternal city’ will in the end set itself against drearily patriarchal London, as Susan Merrill Squier observed in “Virginia Woolf and London: The Sexual Politics of the City” (1985). / Nel quinto capitolo di “Flush: A Biography” (1933), il singolare, ‘scherzoso’ esperimento biografico nel quale Virginia Woolf ricostruì uno spaccato del percorso esistenziale di Elizabeth Barrett Browning filtrandolo dall’ottica di Flush (1840-54), l’amatissimo cocker spaniel della poetessa, l’anelata fuga in terra italiana da parte dei coniugi Browning è rappresentata nei termini vividi di una rinascita emotiva ed è relazionata icasticamente a un paesaggio solare e gioioso, animato da energia e vitalismo. A veicolare la forza romanticamente rigenerante di questo ‘genius loci’ sono nel testo gli scenari toscani dove i Browning soggiornarono, in particolare Pisa e Firenze. Anche grazie alla tipologia del soggetto biografato (un animale), queste due città catalizzano su di sé valenze simboliche associate all’invalidamento delle coercizioni gerarchiche e classiste, a una critica delle convenzioni e della pruderie vittoriana, verso la (ri)valutazione di una ‘sana’ componente istintuale e interazionale, della libertà e dell’egualitarismo. Il presente contributo si focalizza sui variegati quadri d’ambiente – Wimpole Street e Whitechapel, le strade pisane, le Cascine e Casa Guidi nel capoluogo toscano – per indagare gli effetti di una pervasiva esperienza sensoriale attraverso la quale Woolf sembra sia dialogare con il mito di un’Italia ‘esotica’, sia scavare nei ricordi personali dei propri viaggi italiani. In “Flush”, biografia che si appella alla dimensione animale anche per decostruire i palinsesti fallocentrici, una Firenze eletta a ‘città materna’ si contrapporrà a una Londra cupa ‘capitale del patriarcato’, come ha osservato Susan Merrill Squier in “Virginia Woolf and London: The Sexual Politics of the City” (1985).
2014
Giovannelli, Laura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/741686
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