Petri fu uno dei più acuti e straordinari esponenti della cultura, dotato di profonda ironia, privo di condizionamenti, senza paura di raccontare fino in fondo il malessere e la corruzione di una società. Onirica e visionaria eppure così drammaticamente legata alla realtà, la sua opera resta tra le più stimolanti e innovative del cinema mondiale. Tra le molte retrospettive a lui dedicate, si ricordano quelle del Moma di New York nel 2004 e di Berlino nel 2013. Scritti. Roma ore 11,Milano 1956 (II ed. Palermo 2004); Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Roma 1970 (con U. Pirro); La proprietà non è più un furto, Milano 1973. Fonti e Bibl.: L’Archivio Petri è conservato al Museo nazionale del cinema di Torino, Fondo E. P. (1939-1983), www.museocinema.it/fondi_ archivistici; Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero del turismo e dello spettacolo, Direzione generale dello Spettacolo (1946-1998), Divisione cinema (1946-1965), Sceneggiature, ff. 1232: Roma ore 11; 3495: L’assassino. A. Rossi, Petri, Firenze 1979; A.Tassone, Parla il cinema italiano, Milano 1980, pp. 223-283; E. P., Catalogo La Biennale XLMostra internazionale del cinema di Venezia 1983, Venezia 1983; M. Giusti, Il grande libro di Carosello, Milano 1995, p. 513; D. Maraini, E tu chi eri ? 26 interviste sull’infanzia, Milano 1998, pp. 271-286; S. Della Casa, E. P., in Enciclopedia del cinema, IV, Roma 2004, pp. 411-413; F. Bacci - N. Guarneri - S. Leone, E. P. Appunti su un autore, dvd e libro Un amore lungo tre inediti di E. P., Milano 2006; E. P. Scritti di cinema e di vita, a cura di J.A. Gili, Roma 2007; Lucidità inquieta. Il cinema di E. P., a cura di P. Pegoraro Petri in collaborazione con R. Basano, Catalogo dellamostra organizzata dalMuseo nazionale del cinema, Torino 14 settembre - 4 novembre 2007; L’ultima trovata. Trent’anni di cinema senza E. P., a cura di D. Mondella, Bologna 2012; www.eliopetri.net (sito ufficiale, 2014). MARIA PROCINO PETRI, Gabriele: v. Gabriele di Pietro. PETRI, Lionello. –Nacque a Livorno il 21 gennaio 1875 da Pietro Eugenio e Sofia Francesconi. Nel 1899 si laureò in scienze naturali a Firenze, con una tesi sui muscoli delle ali degli insetti. La sua attività di fitopatologo iniziò nel 1904, a Roma, presso la Stazione di patologia vegetale, dove trascorse un primo periodo come assistente diGiuseppe Cuboni. Furono lemagistrali ricerche sulmarciume radicale delle viti fillosserate che lo imposero all’attenzione della comunità scientifica. L’antico entomologo si manifestava nell’accurato studio di insetti e acari, il botanico sviluppava e illustrava la parte anatomica delle varie fasi della decomposizione della biomassa radicale e il micologo trattava con maestria la biologia e la sistematica dei miceti, di modo che ne risultò unamemoria così completa (Studi sul marciume delle radici nelle viti fillosserate, Roma 1907) come oggi si potrebbe avere solo con la collaborazione di diverse competenze disciplinari. Il lavoro è una chiara testimonianza della versatilità di ingegno, del metodo di indagine acuta e nel medesimo tempo prudente, della capacità di circoscrivere le questioni e di intravederne le applicazioni di pratica utilità, che saranno caratteristiche ineguagliabili dell’opera di Petri. Va ricordata la costante attenzione che egli pose al ruolo delle condizioni fisiologiche della pianta aggredita e a quello dei fattori ambientali. Questa prospettiva segnava un decisivo progresso della scienza fitopatologica verso l’affrancamento dal metodo dei ‘parassitologi esclusivisti’, che aveva visto nel grande micologo Pier Andrea Saccardo il fondatore: questa visione olistica della materia rappresentò un’autentica svolta nella storia (allora breve) della patologia vegetale. Nel 1914 Petri rientrò a Firenze, sulla cattedra di fisiologia e patologia vegetale presso l’Istituto superiore forestale nazionale: la data segna l’inizio della moderna patologia forestale. A Firenze concluse brillantemente gli studi diagnostici sul devastante ‘mal dell’inchiostro’ del castagno, che aveva costituito un vero rompicapo, con il quale si erano vanamente e polemicamente cimentati tanti ricercatori. L’importanza del problema coinvolgeva anche aspetti sociali, in quanto l’economia di vasti comprensori montani era basata sulla castanicoltura, che produceva frutti, legname da opera e da ardere e tannino per la concia delle pelli. Il fatto che le piante compromesse dal patogeno divenissero facile preda di altre crittogame e che nella sindrome si trovassero sintomi a carico delle porzioni basali e delle relative aeree aveva reso quanto mai difficile l’identificazione dell’agente eziologico.

Petri, Lionello (1875-1946)

LORENZINI, GIACOMO
2015-01-01

Abstract

Petri fu uno dei più acuti e straordinari esponenti della cultura, dotato di profonda ironia, privo di condizionamenti, senza paura di raccontare fino in fondo il malessere e la corruzione di una società. Onirica e visionaria eppure così drammaticamente legata alla realtà, la sua opera resta tra le più stimolanti e innovative del cinema mondiale. Tra le molte retrospettive a lui dedicate, si ricordano quelle del Moma di New York nel 2004 e di Berlino nel 2013. Scritti. Roma ore 11,Milano 1956 (II ed. Palermo 2004); Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Roma 1970 (con U. Pirro); La proprietà non è più un furto, Milano 1973. Fonti e Bibl.: L’Archivio Petri è conservato al Museo nazionale del cinema di Torino, Fondo E. P. (1939-1983), www.museocinema.it/fondi_ archivistici; Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero del turismo e dello spettacolo, Direzione generale dello Spettacolo (1946-1998), Divisione cinema (1946-1965), Sceneggiature, ff. 1232: Roma ore 11; 3495: L’assassino. A. Rossi, Petri, Firenze 1979; A.Tassone, Parla il cinema italiano, Milano 1980, pp. 223-283; E. P., Catalogo La Biennale XLMostra internazionale del cinema di Venezia 1983, Venezia 1983; M. Giusti, Il grande libro di Carosello, Milano 1995, p. 513; D. Maraini, E tu chi eri ? 26 interviste sull’infanzia, Milano 1998, pp. 271-286; S. Della Casa, E. P., in Enciclopedia del cinema, IV, Roma 2004, pp. 411-413; F. Bacci - N. Guarneri - S. Leone, E. P. Appunti su un autore, dvd e libro Un amore lungo tre inediti di E. P., Milano 2006; E. P. Scritti di cinema e di vita, a cura di J.A. Gili, Roma 2007; Lucidità inquieta. Il cinema di E. P., a cura di P. Pegoraro Petri in collaborazione con R. Basano, Catalogo dellamostra organizzata dalMuseo nazionale del cinema, Torino 14 settembre - 4 novembre 2007; L’ultima trovata. Trent’anni di cinema senza E. P., a cura di D. Mondella, Bologna 2012; www.eliopetri.net (sito ufficiale, 2014). MARIA PROCINO PETRI, Gabriele: v. Gabriele di Pietro. PETRI, Lionello. –Nacque a Livorno il 21 gennaio 1875 da Pietro Eugenio e Sofia Francesconi. Nel 1899 si laureò in scienze naturali a Firenze, con una tesi sui muscoli delle ali degli insetti. La sua attività di fitopatologo iniziò nel 1904, a Roma, presso la Stazione di patologia vegetale, dove trascorse un primo periodo come assistente diGiuseppe Cuboni. Furono lemagistrali ricerche sulmarciume radicale delle viti fillosserate che lo imposero all’attenzione della comunità scientifica. L’antico entomologo si manifestava nell’accurato studio di insetti e acari, il botanico sviluppava e illustrava la parte anatomica delle varie fasi della decomposizione della biomassa radicale e il micologo trattava con maestria la biologia e la sistematica dei miceti, di modo che ne risultò unamemoria così completa (Studi sul marciume delle radici nelle viti fillosserate, Roma 1907) come oggi si potrebbe avere solo con la collaborazione di diverse competenze disciplinari. Il lavoro è una chiara testimonianza della versatilità di ingegno, del metodo di indagine acuta e nel medesimo tempo prudente, della capacità di circoscrivere le questioni e di intravederne le applicazioni di pratica utilità, che saranno caratteristiche ineguagliabili dell’opera di Petri. Va ricordata la costante attenzione che egli pose al ruolo delle condizioni fisiologiche della pianta aggredita e a quello dei fattori ambientali. Questa prospettiva segnava un decisivo progresso della scienza fitopatologica verso l’affrancamento dal metodo dei ‘parassitologi esclusivisti’, che aveva visto nel grande micologo Pier Andrea Saccardo il fondatore: questa visione olistica della materia rappresentò un’autentica svolta nella storia (allora breve) della patologia vegetale. Nel 1914 Petri rientrò a Firenze, sulla cattedra di fisiologia e patologia vegetale presso l’Istituto superiore forestale nazionale: la data segna l’inizio della moderna patologia forestale. A Firenze concluse brillantemente gli studi diagnostici sul devastante ‘mal dell’inchiostro’ del castagno, che aveva costituito un vero rompicapo, con il quale si erano vanamente e polemicamente cimentati tanti ricercatori. L’importanza del problema coinvolgeva anche aspetti sociali, in quanto l’economia di vasti comprensori montani era basata sulla castanicoltura, che produceva frutti, legname da opera e da ardere e tannino per la concia delle pelli. Il fatto che le piante compromesse dal patogeno divenissero facile preda di altre crittogame e che nella sindrome si trovassero sintomi a carico delle porzioni basali e delle relative aeree aveva reso quanto mai difficile l’identificazione dell’agente eziologico.
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