Quando, sul finire del 17° sec., nasce il nuovo universo newtoniano, al tempo stesso vedono la luce nuovi oggetti matematici (polinomi, curve, differenziali, serie…) che diventeranno il mezzo per descrivere, studiare e dominare quell’universo. Si tratta di una mutazione profonda del rapporto fra matematiche e filosofia naturale, i cui principia non soltanto sono ormai principia mathematica, ma anche principi di una matematica nuova, inizi e fondamenti di quella che oggi conosciamo. Questa trasformazione non nasce dal nulla, ovviamente. Ha i suoi antecedenti immediati nelle innovazioni introdotte durante il Seicento – in filosofia come nelle matematiche – da Galileo Galilei, René Descartes, Pierre de Fermat e Christiaan Huygens. Ma è eviden - te che, a voler ricercare le radici della cosiddetta rivoluzione scientifica, bisogna scavare più a fondo. Quali debiti intellettuali ha il Seicento con i secoli che l’hanno preceduto? Quale ruolo ha avuto tale periodo nella formazione di una nuova concezione degli oggetti matematici, concezione che, in ultima analisi, permette le rivoluzioni newtoniane e leibniziane? Si tratta di un problema che è stato variamente affrontato dalla letteratura; tuttavia una sottovalutazione del contributo del Rinascimento a questa trasformazione sembra costituire un tratto comune a impostazioni storiografiche anche molto diverse.
La rinascita delle matematiche
NAPOLITANI, PIER DANIELE
2013-01-01
Abstract
Quando, sul finire del 17° sec., nasce il nuovo universo newtoniano, al tempo stesso vedono la luce nuovi oggetti matematici (polinomi, curve, differenziali, serie…) che diventeranno il mezzo per descrivere, studiare e dominare quell’universo. Si tratta di una mutazione profonda del rapporto fra matematiche e filosofia naturale, i cui principia non soltanto sono ormai principia mathematica, ma anche principi di una matematica nuova, inizi e fondamenti di quella che oggi conosciamo. Questa trasformazione non nasce dal nulla, ovviamente. Ha i suoi antecedenti immediati nelle innovazioni introdotte durante il Seicento – in filosofia come nelle matematiche – da Galileo Galilei, René Descartes, Pierre de Fermat e Christiaan Huygens. Ma è eviden - te che, a voler ricercare le radici della cosiddetta rivoluzione scientifica, bisogna scavare più a fondo. Quali debiti intellettuali ha il Seicento con i secoli che l’hanno preceduto? Quale ruolo ha avuto tale periodo nella formazione di una nuova concezione degli oggetti matematici, concezione che, in ultima analisi, permette le rivoluzioni newtoniane e leibniziane? Si tratta di un problema che è stato variamente affrontato dalla letteratura; tuttavia una sottovalutazione del contributo del Rinascimento a questa trasformazione sembra costituire un tratto comune a impostazioni storiografiche anche molto diverse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.