La bonifica elettrocinetica viene proposta come tecnica di rimozione di vari contaminanti, in particolare metalli pesanti, da matrici come terreni o sedimenti caratterizzate da bassa permeabilità idraulica. La sua implementazione più comune applica un campo elettrico alla matrice da trattare mediante coppie di elettrodi collocati in pozzetti a pareti porose in cui viene fatta circolare acqua opportunamente condizionata. Il campo elettrico provoca l’elettrolisi di tali soluzioni, generando un fronte acido, che avanza dagli anodi ai catodi favorendo il desorbimento e la mobilizzazione dei contaminanti, e un fronte basico che avanzando in senso opposto ostacola tale processo e viene dunque contrastato dosando acidi al catolita. Le reazioni di elettrolisi, gli agenti condizionanti e i fenomeni di trasporto dovuti al campo elettrico arricchiscono gli elettroliti dei contaminanti rimossi e di altri macroelementi, rendendo necessaria una loro gestione per: 1. evitare rischi di precipitazione sugli elettrodi, sulle pareti dei pozzetti elettrodici o nella matrice da trattare; 2. impedire la possibile inversione dei processi di trasporto e il conseguente rischio di ricontaminazione della matrice trattata; 3. contenere l'incremento di conduttività elettrica degli elettroliti e della soluzione interstiziale che riduce il rendimento di rimozione e causa inutile dispendio di energia elettrica. La letteratura scientifica, essenzialmente focalizzata sul trattamento del mezzo poroso, raramente considera l’implementazione a scala reale e le problematiche di gestione degli elettroliti. Pertanto, il presente contributo è mirato ad analizzare le opzioni di gestione e di trattamento degli elettroliti evidenziandone tecniche, criticità ed aspetti economici.

Gestione e trattamento degli elettroliti nella bonifica elettrocinetica di matrici contaminate da metalli pesanti

IANNELLI, RENATO;MASI, MATTEO;CECCARINI, ALESSIO
2016-01-01

Abstract

La bonifica elettrocinetica viene proposta come tecnica di rimozione di vari contaminanti, in particolare metalli pesanti, da matrici come terreni o sedimenti caratterizzate da bassa permeabilità idraulica. La sua implementazione più comune applica un campo elettrico alla matrice da trattare mediante coppie di elettrodi collocati in pozzetti a pareti porose in cui viene fatta circolare acqua opportunamente condizionata. Il campo elettrico provoca l’elettrolisi di tali soluzioni, generando un fronte acido, che avanza dagli anodi ai catodi favorendo il desorbimento e la mobilizzazione dei contaminanti, e un fronte basico che avanzando in senso opposto ostacola tale processo e viene dunque contrastato dosando acidi al catolita. Le reazioni di elettrolisi, gli agenti condizionanti e i fenomeni di trasporto dovuti al campo elettrico arricchiscono gli elettroliti dei contaminanti rimossi e di altri macroelementi, rendendo necessaria una loro gestione per: 1. evitare rischi di precipitazione sugli elettrodi, sulle pareti dei pozzetti elettrodici o nella matrice da trattare; 2. impedire la possibile inversione dei processi di trasporto e il conseguente rischio di ricontaminazione della matrice trattata; 3. contenere l'incremento di conduttività elettrica degli elettroliti e della soluzione interstiziale che riduce il rendimento di rimozione e causa inutile dispendio di energia elettrica. La letteratura scientifica, essenzialmente focalizzata sul trattamento del mezzo poroso, raramente considera l’implementazione a scala reale e le problematiche di gestione degli elettroliti. Pertanto, il presente contributo è mirato ad analizzare le opzioni di gestione e di trattamento degli elettroliti evidenziandone tecniche, criticità ed aspetti economici.
2016
Iannelli, Renato; Masi, Matteo; Ceccarini, Alessio
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