La coltivazione del giaggiolo (Iris spp) per l’utilizzazione dei rizomi è iniziata in Toscana a metà del 1800. Le aziende produttrici toscane sono concentrate prevalentemente in due aree alto collinari (Pratomagno aretino e Chianti fiorentino). Le ricerche condotte tra il 2009 e il 2014 sulla caratterizzazione pedoclimatica degli areali di produzione e la valutazione delle caratteristiche qualitative dei rizomi evidenziano un elevato contenuto di iridali nei rizomi coltivati e l’assenza di differenze sostanziali tra i due areali tradizionali di coltivazione del giaggiolo. La stima del reddito è stata differenziata sulle due tipologie di prodotto finito: il rizoma di tipo nero (solo essiccato) e bianco (mondato, tagliato ed essiccato). La redditività del bianco è risultata più elevata (750€/q per il bianco e 570€/q per il nero), tuttavia le aziende toscane privilegiano la produzione del nero per il maggior dinamismo della domanda. L’indagine diretta ha mostrato come il rizoma essiccato di giaggiolo sia attualmente destinato a tre mercati: principalmente l’industria francese della profumeria, l’industria italiana di bevande alcoliche e una piccola nicchia rappresentata dall’industria tedesca dei “succhiotti o dentaroli” per bambini. Tuttavia, l’elevato valore multifunzionale della coltura sta spingendo ad una sua valorizzazione anche su base territoriale.
La coltivazione del giaggiolo in Toscana: dalla marginalità alla valorizzazione
MALORGIO, FERNANDO;MAGGINI, RITA
2016-01-01
Abstract
La coltivazione del giaggiolo (Iris spp) per l’utilizzazione dei rizomi è iniziata in Toscana a metà del 1800. Le aziende produttrici toscane sono concentrate prevalentemente in due aree alto collinari (Pratomagno aretino e Chianti fiorentino). Le ricerche condotte tra il 2009 e il 2014 sulla caratterizzazione pedoclimatica degli areali di produzione e la valutazione delle caratteristiche qualitative dei rizomi evidenziano un elevato contenuto di iridali nei rizomi coltivati e l’assenza di differenze sostanziali tra i due areali tradizionali di coltivazione del giaggiolo. La stima del reddito è stata differenziata sulle due tipologie di prodotto finito: il rizoma di tipo nero (solo essiccato) e bianco (mondato, tagliato ed essiccato). La redditività del bianco è risultata più elevata (750€/q per il bianco e 570€/q per il nero), tuttavia le aziende toscane privilegiano la produzione del nero per il maggior dinamismo della domanda. L’indagine diretta ha mostrato come il rizoma essiccato di giaggiolo sia attualmente destinato a tre mercati: principalmente l’industria francese della profumeria, l’industria italiana di bevande alcoliche e una piccola nicchia rappresentata dall’industria tedesca dei “succhiotti o dentaroli” per bambini. Tuttavia, l’elevato valore multifunzionale della coltura sta spingendo ad una sua valorizzazione anche su base territoriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.