Introduzione Il 19 giugno 1996 piogge molto intense e prolungate investirono l'area di Cardoso (Versilia) e Fornovolasco (Garfagnana), separate dal crinale delle Alpi Apuane. Gli effetti furono devastanti: 14 vittime, centinaia di frane, esondazioni, inondazione della pianura, paesi isolati, attività economiche distrutte o interrotte, danni per decine di miliardi di lire. A 20 anni da questa catastrofe è un dovere morale e civile ricordare e commemorare le vittime, uccise da un evento estremo che forse allora non si poteva prevedere. Ma è doveroso anche riflettere su quello che oggi è realisticamente possibile fare, sia per prevedere gli eventi estremi, sia per prevenirne e mitigarne gli effetti sul territorio. Questo nella prospettiva anche di un cambiamento climatico, supposto o reale, che impone comunque un adattamento nelle strategie e nelle azioni di gestione territoriale. In queste note, focalizzate sull'alluvione della Versilia del 1996, non intendiamo descrivere nel dettaglio l'evento e le sue tragiche conseguenze. Vogliamo piuttosto esprimere alcune considerazioni e riflessioni a posteriori, affinché simili eventi, in luoghi vicini o lontani, non siano più causa di analoghe devastazioni. Questo non dipende tanto dalla Natura, ma soprattutto dall'Uomo e dalla sua volontà e capacità di gestire e rispettare il territorio che lo circonda e di prevedere e prevenire le catastrofi naturali. Nello specifico, facciamo riferimento soprattutto alle nostre ricerche ed esperienze nell'area apuana e nella Toscana settentrionale - Liguria orientale. La bibliografia riporta i lavori citati e un elenco di altre opere che riteniamo utili per eventuali approfondimenti, senza la pretesa di una completezza difficilmente realizzabile e che esula dagli scopi di queste note.

L'alluvione della Versilia e della Garfagnana venti anni dopo (1996 - 2016)

GIANNECCHINI, ROBERTO;
2016-01-01

Abstract

Introduzione Il 19 giugno 1996 piogge molto intense e prolungate investirono l'area di Cardoso (Versilia) e Fornovolasco (Garfagnana), separate dal crinale delle Alpi Apuane. Gli effetti furono devastanti: 14 vittime, centinaia di frane, esondazioni, inondazione della pianura, paesi isolati, attività economiche distrutte o interrotte, danni per decine di miliardi di lire. A 20 anni da questa catastrofe è un dovere morale e civile ricordare e commemorare le vittime, uccise da un evento estremo che forse allora non si poteva prevedere. Ma è doveroso anche riflettere su quello che oggi è realisticamente possibile fare, sia per prevedere gli eventi estremi, sia per prevenirne e mitigarne gli effetti sul territorio. Questo nella prospettiva anche di un cambiamento climatico, supposto o reale, che impone comunque un adattamento nelle strategie e nelle azioni di gestione territoriale. In queste note, focalizzate sull'alluvione della Versilia del 1996, non intendiamo descrivere nel dettaglio l'evento e le sue tragiche conseguenze. Vogliamo piuttosto esprimere alcune considerazioni e riflessioni a posteriori, affinché simili eventi, in luoghi vicini o lontani, non siano più causa di analoghe devastazioni. Questo non dipende tanto dalla Natura, ma soprattutto dall'Uomo e dalla sua volontà e capacità di gestire e rispettare il territorio che lo circonda e di prevedere e prevenire le catastrofi naturali. Nello specifico, facciamo riferimento soprattutto alle nostre ricerche ed esperienze nell'area apuana e nella Toscana settentrionale - Liguria orientale. La bibliografia riporta i lavori citati e un elenco di altre opere che riteniamo utili per eventuali approfondimenti, senza la pretesa di una completezza difficilmente realizzabile e che esula dagli scopi di queste note.
2016
D'AMATO AVANZI, GIACOMO ALFREDO; Giannecchini, Roberto; Bartelletti, Carlotta; Galanti, Yuri
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(2016) Il Geologo 100 Alluvione Versilia 20 anni dopo.pdf

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