Il presente contributo propone un approccio alle tecnologie per le humanities secondo una prospettiva etica. Si affrontano quelle questioni che sfuggono inevitabilmente alla regolamentazione deontologica e legislativa, per un agire consapevole nel mondo simulato digitalmente. Si affronta, in primo luogo, che cosa significhi una “buona” tecnologia per la comunicazione del patrimonio culturale, per poi appuntare l’attenzione sulle implicanze etiche che discendono dall’uso di tecnologie sempre più interattive e immersive. Si tratta di conseguenze che chiedono una ri-categorizzazione del concetto di responsabilità in un’epoca che potremmo chiamare non più multi-mediale, quanto tecno-mediale. Occorre cioè non solo rispondere dei contenuti comunicati e dei principi ispiratori che sostengono tale comunicazione, ma anche rispondere per la tecnologia e davanti alla comunità di interlocutori che interagiscono nella e con l’applicazione tecnologica, vero e proprio spazio di inter-realtà. Un’etica della tecno-medialità potrebbe dunque orientare l’agire in e rispetto a questi strumenti, incrementando quantitativamente, ma, soprattutto, qualitativamente, le relazioni con altri soggetti interagenti e con le tecnologie stesse, fondamentali per lo sviluppo di una conoscenza critica, e, quindi, responsabile.
Nuove tecnologie per la comunicazione del patrimonio culturale. Per un’etica tecno-mediale
NERI, VERONICA
2017-01-01
Abstract
Il presente contributo propone un approccio alle tecnologie per le humanities secondo una prospettiva etica. Si affrontano quelle questioni che sfuggono inevitabilmente alla regolamentazione deontologica e legislativa, per un agire consapevole nel mondo simulato digitalmente. Si affronta, in primo luogo, che cosa significhi una “buona” tecnologia per la comunicazione del patrimonio culturale, per poi appuntare l’attenzione sulle implicanze etiche che discendono dall’uso di tecnologie sempre più interattive e immersive. Si tratta di conseguenze che chiedono una ri-categorizzazione del concetto di responsabilità in un’epoca che potremmo chiamare non più multi-mediale, quanto tecno-mediale. Occorre cioè non solo rispondere dei contenuti comunicati e dei principi ispiratori che sostengono tale comunicazione, ma anche rispondere per la tecnologia e davanti alla comunità di interlocutori che interagiscono nella e con l’applicazione tecnologica, vero e proprio spazio di inter-realtà. Un’etica della tecno-medialità potrebbe dunque orientare l’agire in e rispetto a questi strumenti, incrementando quantitativamente, ma, soprattutto, qualitativamente, le relazioni con altri soggetti interagenti e con le tecnologie stesse, fondamentali per lo sviluppo di una conoscenza critica, e, quindi, responsabile.File | Dimensione | Formato | |
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