The aim of this article is to trace the evolution of the textile industries in the Lombard cities during the 14th century. The first part analyzes the international market for woolen cloths in the second half of the century, a phase which can be investigated trough exceptionally rich, mainly Tuscan, sources. This research corrects the idea, proposed by John H. Munro in many papers and generally accepted by historiography, that during the 14th century European wool industries reorientated themselves towards the production of high-quality, or even luxury, cloths. In reality, most European production concentrated on the market segment of medium and medium-low quality cloths. Milan and Como, however, are, together with Florence, the only Italian exceptions to this general trend. These two Lombard cities, in fact, specialized in the production of medium-high quality cloths. The second part of the article tries to trace, within the limits of an unfavourable documentary situation, how and when Milan and Como chose this path, which, in contrast, was not the same one chosen by the two other relevant industrial cities in Lombardy at the time, Monza and Brescia. More limited attention will be paid to the fustian industry, which has been considered much less by national and international historiography. In this case too, however, some hypotheses will be made on the production trends of the 14th century. Questo articolo è un tentativo di delineare, nei suoi snodi principali, l’evoluzione delle industrie tessili delle città dell’attuale Lombardia nel corso del Trecento. La prima parte ricostruisce le caratteristiche del mercato internazionale dei panni di lana nella seconda metà del secolo, in una fase cioè per la quale sono disponibili fonti, soprattutto toscane, di eccezionale valore informativo. Questa indagine consente di ridimensionare l’idea, proposta in vari contributi da John H. Munro e per lo più accettata dalla storiografia, che nel corso del Trecento le industrie laniere europee si siano riorientate verso la lavorazione di tessuti di qualità elevata, o addirittura di lusso. In realtà il settore di mercato nel quale si concentravano la maggior parte delle produzioni europee era quello dei panni di qualità media o medio-bassa. Milano e Como rappresentano però, insieme a Firenze, le uniche eccezioni italiane a questo trend generale. Le due città lombarde si specializzarono in effetti nella fabbricazione di panni di qualità medio-alta. La seconda parte del saggio cerca di definire, entro i limiti imposti da una situazione documentaria tutt’altro che favorevole, come e quando Milano e Como abbiano intrapreso questa strada che, tra l’altro, non fu la stessa scelta da altre due manifatture lombarde di rilievo, quelle di Monza e di Brescia. Uno spazio più ridotto è riservato all’industria dei fustagni, che gode di un’attenzione di gran lunga minore da parte della storiografia nazionale e internazionale. Anche in questo caso vengono tuttavia formulate alcune ipotesi sull’andamento della produzione nel corso del Trecento.

Il mercato internazionale dei panni e le industrie tessili lombarde nel Trecento

Poloni A
2019-01-01

Abstract

The aim of this article is to trace the evolution of the textile industries in the Lombard cities during the 14th century. The first part analyzes the international market for woolen cloths in the second half of the century, a phase which can be investigated trough exceptionally rich, mainly Tuscan, sources. This research corrects the idea, proposed by John H. Munro in many papers and generally accepted by historiography, that during the 14th century European wool industries reorientated themselves towards the production of high-quality, or even luxury, cloths. In reality, most European production concentrated on the market segment of medium and medium-low quality cloths. Milan and Como, however, are, together with Florence, the only Italian exceptions to this general trend. These two Lombard cities, in fact, specialized in the production of medium-high quality cloths. The second part of the article tries to trace, within the limits of an unfavourable documentary situation, how and when Milan and Como chose this path, which, in contrast, was not the same one chosen by the two other relevant industrial cities in Lombardy at the time, Monza and Brescia. More limited attention will be paid to the fustian industry, which has been considered much less by national and international historiography. In this case too, however, some hypotheses will be made on the production trends of the 14th century. Questo articolo è un tentativo di delineare, nei suoi snodi principali, l’evoluzione delle industrie tessili delle città dell’attuale Lombardia nel corso del Trecento. La prima parte ricostruisce le caratteristiche del mercato internazionale dei panni di lana nella seconda metà del secolo, in una fase cioè per la quale sono disponibili fonti, soprattutto toscane, di eccezionale valore informativo. Questa indagine consente di ridimensionare l’idea, proposta in vari contributi da John H. Munro e per lo più accettata dalla storiografia, che nel corso del Trecento le industrie laniere europee si siano riorientate verso la lavorazione di tessuti di qualità elevata, o addirittura di lusso. In realtà il settore di mercato nel quale si concentravano la maggior parte delle produzioni europee era quello dei panni di qualità media o medio-bassa. Milano e Como rappresentano però, insieme a Firenze, le uniche eccezioni italiane a questo trend generale. Le due città lombarde si specializzarono in effetti nella fabbricazione di panni di qualità medio-alta. La seconda parte del saggio cerca di definire, entro i limiti imposti da una situazione documentaria tutt’altro che favorevole, come e quando Milano e Como abbiano intrapreso questa strada che, tra l’altro, non fu la stessa scelta da altre due manifatture lombarde di rilievo, quelle di Monza e di Brescia. Uno spazio più ridotto è riservato all’industria dei fustagni, che gode di un’attenzione di gran lunga minore da parte della storiografia nazionale e internazionale. Anche in questo caso vengono tuttavia formulate alcune ipotesi sull’andamento della produzione nel corso del Trecento.
2019
Poloni, A
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/990953
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