L’allevamento degli uccelli canori autoctoni è iniziato per soddisfare quasi esclusivamente le esigenze dei cacciatori. Il possesso di uccelli che vivono e si riproducono allo stato libero anche in Italia presenta infatti delle difficoltà di ordine etico e tecnico-burocratico per la possibile provenienza dei soggetti dalla cattura. Per questi motivi le specie esotiche alloctone, che non vivono e si riproducono allo stato libero in Italia, sono più diffuse. Nell'attività venatoria i passeriformi autoctoni vengono normalmente utilizzati come richiami; i maschi vengono quindi indotti in riproduzione (canto) durante la stagione venatoria per aumentarne la capacità di richiamo dei propri simili che vengono attirati a portata di "tiro" dei cacciatori appostati. La diffusione di tali specie anche per la semplice detenzione amatoriale o per la riproduzione sta però lentamente diventando una vera e propria attività indipendente dalla caccia, tanto che si svolgono fiere, gare di canto e mostre in tutta Italia, analogamente a quanto avviene da tempo per le specie alloctone. Risulta quindi interessante conoscere la struttura e le dimensioni degli attuali allevamenti, al fine di poter fornire l’assistenza necessaria ad una corretta gestione igienico/zootecnica. Per tale motivo abbiamo stimato il totale degli uccelli allevati in Italia dal quantitativo dei mangimi specifici prodotti dall’industria a livello nazionale e predisposto un questionario per cercare di definire le diverse tipologie dei proprietari di tali animali, che è stato inviato ad un campione di allevatori toscani. I risultati hanno evidenziato come la dimensione degli allevamenti è sempre piccola o piccolissima ma il numero complessivo di animali allevati risulta molto rilevante. La non facile reperibilità di veterinari specializzati sull’avifauna canora, fa però sì che i rapporti fra gli allevatori ed i veterinari, sia appartenenti al servizio pubblico che liberi professionisti, siano molto scarsi e sporadici e porta gli allevatori ad una gestione dei propri animali non sempre corretta, basata ancora sulle conoscenze empiriche legate alla tradizione.
Avifauna canora autoctona allevata. Indagine conoscitiva sulla consistenza e sulle caratteristiche degli allevamenti
BAGLIACCA, MARCO;PACI, GISELLA;FRONTE, BALDASSARE
2006-01-01
Abstract
L’allevamento degli uccelli canori autoctoni è iniziato per soddisfare quasi esclusivamente le esigenze dei cacciatori. Il possesso di uccelli che vivono e si riproducono allo stato libero anche in Italia presenta infatti delle difficoltà di ordine etico e tecnico-burocratico per la possibile provenienza dei soggetti dalla cattura. Per questi motivi le specie esotiche alloctone, che non vivono e si riproducono allo stato libero in Italia, sono più diffuse. Nell'attività venatoria i passeriformi autoctoni vengono normalmente utilizzati come richiami; i maschi vengono quindi indotti in riproduzione (canto) durante la stagione venatoria per aumentarne la capacità di richiamo dei propri simili che vengono attirati a portata di "tiro" dei cacciatori appostati. La diffusione di tali specie anche per la semplice detenzione amatoriale o per la riproduzione sta però lentamente diventando una vera e propria attività indipendente dalla caccia, tanto che si svolgono fiere, gare di canto e mostre in tutta Italia, analogamente a quanto avviene da tempo per le specie alloctone. Risulta quindi interessante conoscere la struttura e le dimensioni degli attuali allevamenti, al fine di poter fornire l’assistenza necessaria ad una corretta gestione igienico/zootecnica. Per tale motivo abbiamo stimato il totale degli uccelli allevati in Italia dal quantitativo dei mangimi specifici prodotti dall’industria a livello nazionale e predisposto un questionario per cercare di definire le diverse tipologie dei proprietari di tali animali, che è stato inviato ad un campione di allevatori toscani. I risultati hanno evidenziato come la dimensione degli allevamenti è sempre piccola o piccolissima ma il numero complessivo di animali allevati risulta molto rilevante. La non facile reperibilità di veterinari specializzati sull’avifauna canora, fa però sì che i rapporti fra gli allevatori ed i veterinari, sia appartenenti al servizio pubblico che liberi professionisti, siano molto scarsi e sporadici e porta gli allevatori ad una gestione dei propri animali non sempre corretta, basata ancora sulle conoscenze empiriche legate alla tradizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.