I funghi micorrizici arbuscolari (AMF), Phylum Glomeromycota, formano simbiosi mutualistiche con circa l’80% delle specie vegetali e la grande maggioranza delle piante coltivate, compreso l’olivo. Gli AMF formano reti miceliari altamente interconnesse che collegano strutturalmente e funzionalmente le diverse piante ospiti di un agroecosistema, favorendo scambi di informazioni e nutrienti. Le reti miceliari sono inoltre una continua fonte di inoculo per le colture, ma possono essere danneggiate da pratiche agricole intensive. In questo studio sono stati valutati i possibili effetti della lavorazione del suolo e dell’inerbimento naturale permanente su alcuni parametri di crescita e di attività degli AMF e sulla loro diversità in un oliveto in Toscana. A tale scopo sono stati prelevati campioni di suolo e di radici (8 campioni per pianta) a due diverse profondità (30 cm e 60 cm) da tre parcelle inerbite e tre parcelle lavorate dopo 10 anni dall’inizio della differenziazione della gestione del suolo. Il biosaggio utilizzato per determinare il potenziale di inoculo micorrizico del suolo (mycorrhizal inoculum potential, MIP) ha evidenziato un forte impatto della lavorazione sull’attività dei propaguli fungini, soprattutto a 30 cm. I dati relativi agli effetti della gestione del suolo e della profondità sulla colonizzazione micorrizica delle radici di olivo non hanno mostrato invece differenze statisticamente significative. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che piante pluriennali come l’olivo sono in grado di mantenere la colonizzazione micorrizica intraradicale a lungo termine. Per valutare la diversità delle comunità AMF presenti nei diversi campioni è stata utilizzata la tecnica PCR-DGGE. La regione V3-V4 del gene per l’RNA ribosomale 18S del DNA fungino intraradicale è stata amplificata mediante nested PCR (primers NS31-AM1 seguiti da NS31GC-Glo1). La separazione elettroforetica degli ampliconi su gel di poliacrilammide con gradiente denaturante ha mostrato differenze, sia in termini di abbondanza, sia in termini di ricchezza di specie, tra le comunità AMF presenti nelle radici delle piante di olivo cresciute in suoli inerbiti e suoli lavorati. I dati ottenuti mostrano che la lavorazione del suolo ha un forte impatto sull’attività e sulla diversità degli AMF, in quanto incide fortemente sull’integrità delle reti miceliari micorriziche che si estendono dalle radici colonizzate al suolo circostante. Questi risultati rappresentano un utile contributo per indirizzare la gestione degli agroecosistemi, anche quelli con specie vegetali a carattere pluriennale come l’olivo, verso pratiche sostenibili, che salvaguardino le interazioni benefiche tra microrganismi e colture.
BIODIVERSITA’ DELLE COMUNITÀ DI FUNGHI MICORRIZICI ARBUSCOLARI PRESENTI NELLE RADICI DI OLIVI COLTIVATI IN SUOLI LAVORATI O INERBITI
AGNOLUCCI, MONICA;TURRINI, ALESSANDRA;PALLA, MICHELA;AVIO, LUCIANO;CARUSO, GIOVANNI;GUCCI, RICCARDO;GIOVANNETTI, MANUELA
2016-01-01
Abstract
I funghi micorrizici arbuscolari (AMF), Phylum Glomeromycota, formano simbiosi mutualistiche con circa l’80% delle specie vegetali e la grande maggioranza delle piante coltivate, compreso l’olivo. Gli AMF formano reti miceliari altamente interconnesse che collegano strutturalmente e funzionalmente le diverse piante ospiti di un agroecosistema, favorendo scambi di informazioni e nutrienti. Le reti miceliari sono inoltre una continua fonte di inoculo per le colture, ma possono essere danneggiate da pratiche agricole intensive. In questo studio sono stati valutati i possibili effetti della lavorazione del suolo e dell’inerbimento naturale permanente su alcuni parametri di crescita e di attività degli AMF e sulla loro diversità in un oliveto in Toscana. A tale scopo sono stati prelevati campioni di suolo e di radici (8 campioni per pianta) a due diverse profondità (30 cm e 60 cm) da tre parcelle inerbite e tre parcelle lavorate dopo 10 anni dall’inizio della differenziazione della gestione del suolo. Il biosaggio utilizzato per determinare il potenziale di inoculo micorrizico del suolo (mycorrhizal inoculum potential, MIP) ha evidenziato un forte impatto della lavorazione sull’attività dei propaguli fungini, soprattutto a 30 cm. I dati relativi agli effetti della gestione del suolo e della profondità sulla colonizzazione micorrizica delle radici di olivo non hanno mostrato invece differenze statisticamente significative. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che piante pluriennali come l’olivo sono in grado di mantenere la colonizzazione micorrizica intraradicale a lungo termine. Per valutare la diversità delle comunità AMF presenti nei diversi campioni è stata utilizzata la tecnica PCR-DGGE. La regione V3-V4 del gene per l’RNA ribosomale 18S del DNA fungino intraradicale è stata amplificata mediante nested PCR (primers NS31-AM1 seguiti da NS31GC-Glo1). La separazione elettroforetica degli ampliconi su gel di poliacrilammide con gradiente denaturante ha mostrato differenze, sia in termini di abbondanza, sia in termini di ricchezza di specie, tra le comunità AMF presenti nelle radici delle piante di olivo cresciute in suoli inerbiti e suoli lavorati. I dati ottenuti mostrano che la lavorazione del suolo ha un forte impatto sull’attività e sulla diversità degli AMF, in quanto incide fortemente sull’integrità delle reti miceliari micorriziche che si estendono dalle radici colonizzate al suolo circostante. Questi risultati rappresentano un utile contributo per indirizzare la gestione degli agroecosistemi, anche quelli con specie vegetali a carattere pluriennale come l’olivo, verso pratiche sostenibili, che salvaguardino le interazioni benefiche tra microrganismi e colture.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.