Il rischio è un fattore oscillante tra condizioni di oggettività e soggettività, tanto che la sua percezione da parte del lavoratore che opera nel settore delle costruzioni è un fattore attualmente considerato sempre più di snodo nella valutazione. Se da un punto di vista ingegneristico il rischio è considerato oggettivamente come una combinazione di probabilità e conseguenze, dall'altro, implicando un problema decisionale e di scelta tra alternative diverse, emerge la questione della valutazione soggettiva dell'accettabilità della decisione, delle opzioni d'intervento e del coinvolgimento lavorativo (engagement). La percezione del rischio rappresenta un'area importante della ricerca psicologica, numerosi studi hanno mostrato una netta differenza tra percezione soggettiva e stime di probabilità oggettiva. In particolare è stata dimostrata la tendenza da parte dei lavoratori a sottostimare il rischio di eventi con conseguenze di lieve o media gravità ma con alta probabilità di accadimento e, viceversa a sovrastimare il rischio di eventi con conseguenze molto gravi ma con bassa probabilità di accadimento. Lo scarto evidente tra stime soggettive e probabilità oggettiva di rischio, è solo uno dei numerosi esempi che dimostrano come gli individui abbiano talvolta anche delle difficoltà a esprimere dei giudizi di rischiosità. L’uso di euristiche (scorciatoie cognitive), il “bias dell’ottimismo ingiustificato”, le strategie di "coping", la credenza di essere meno a rischio e più immuni dai pericoli rispetto ad altre persone in una situazione pressoché identica, sono le maggiori cause di valutazione erronea del rischio associato ad attività o situazioni oggettivamente rischiose in edilizia. Molti autori hanno peraltro dimostrato come l’errata percezione del rischio da parte dei lavoratori possa configurarsi come un predittore del numero di infortuni o di malattie professionali o di sviluppo di stress lavoro correlato con conseguenze sul benessere lavorativo. L’adozione di comportamenti di sicurezza dipende da come i rischi sono percepiti e da quanto i lavoratori sono disposti ad accettarli. L'elemento più importante di un programma efficace per la riduzione del rischio è quello di valutare e comprendere dunque l'importanza attribuita alla “percezione del rischio”. Solo conoscendo tali aspetti di “percezione”, quindi atteggiamenti e valutazioni dei soggetti interessati, sottolineando in tal modo un’ottica “partecipativa” con applicazione/uso di strumenti psicometrici, si potranno individuare metodologie adeguate atte a pianificare le azioni correttive da intraprendere. Il presente lavoro propone un modello d’indagine sulla percezione del rischio adottabile per conoscere la dimensione di "engagement" lavorativo da parte degli individui che operano in edilizia, in relazione alle maggiori inadempienze che si riscontrano ricorrentemente nei cantieri.

La percezione del rischio in edilizia: presentazione di un framework operativo in una prospettiva di “work-related well-being

AIELLO, ANTONIO;TESI, ALESSIO;MAROTTA, NICOLA;BELLANDI, GIUSEPPE
2016-01-01

Abstract

Il rischio è un fattore oscillante tra condizioni di oggettività e soggettività, tanto che la sua percezione da parte del lavoratore che opera nel settore delle costruzioni è un fattore attualmente considerato sempre più di snodo nella valutazione. Se da un punto di vista ingegneristico il rischio è considerato oggettivamente come una combinazione di probabilità e conseguenze, dall'altro, implicando un problema decisionale e di scelta tra alternative diverse, emerge la questione della valutazione soggettiva dell'accettabilità della decisione, delle opzioni d'intervento e del coinvolgimento lavorativo (engagement). La percezione del rischio rappresenta un'area importante della ricerca psicologica, numerosi studi hanno mostrato una netta differenza tra percezione soggettiva e stime di probabilità oggettiva. In particolare è stata dimostrata la tendenza da parte dei lavoratori a sottostimare il rischio di eventi con conseguenze di lieve o media gravità ma con alta probabilità di accadimento e, viceversa a sovrastimare il rischio di eventi con conseguenze molto gravi ma con bassa probabilità di accadimento. Lo scarto evidente tra stime soggettive e probabilità oggettiva di rischio, è solo uno dei numerosi esempi che dimostrano come gli individui abbiano talvolta anche delle difficoltà a esprimere dei giudizi di rischiosità. L’uso di euristiche (scorciatoie cognitive), il “bias dell’ottimismo ingiustificato”, le strategie di "coping", la credenza di essere meno a rischio e più immuni dai pericoli rispetto ad altre persone in una situazione pressoché identica, sono le maggiori cause di valutazione erronea del rischio associato ad attività o situazioni oggettivamente rischiose in edilizia. Molti autori hanno peraltro dimostrato come l’errata percezione del rischio da parte dei lavoratori possa configurarsi come un predittore del numero di infortuni o di malattie professionali o di sviluppo di stress lavoro correlato con conseguenze sul benessere lavorativo. L’adozione di comportamenti di sicurezza dipende da come i rischi sono percepiti e da quanto i lavoratori sono disposti ad accettarli. L'elemento più importante di un programma efficace per la riduzione del rischio è quello di valutare e comprendere dunque l'importanza attribuita alla “percezione del rischio”. Solo conoscendo tali aspetti di “percezione”, quindi atteggiamenti e valutazioni dei soggetti interessati, sottolineando in tal modo un’ottica “partecipativa” con applicazione/uso di strumenti psicometrici, si potranno individuare metodologie adeguate atte a pianificare le azioni correttive da intraprendere. Il presente lavoro propone un modello d’indagine sulla percezione del rischio adottabile per conoscere la dimensione di "engagement" lavorativo da parte degli individui che operano in edilizia, in relazione alle maggiori inadempienze che si riscontrano ricorrentemente nei cantieri.
2016
9788890239182
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