Il botulismo infantile è una grave malattia alimentare che si manifesta in bambini al di sotto di un anno di età. Gli studi epidemiologici segnalano casi di questa tossinfezione in tutto il mondo. Negli Stati Uniti la prevalenza del botulismo infantile ha superato le altre forme di botulismo, sia quella alimentare classica che quella conseguente a traumi. In molti casi si è potuto costatare la corrispondenza fra il Clostridium tossigeno rilevato nel paziente e lo stesso microrganismo riscontrato nel miele che era stato somministrato al bambino. Le ricerche eziologiche e patogenetiche hanno chiarito che la malattia non consegue al consumo di tossina formata dal microrganismo nelle fasi precedenti il consumo, come avviene nella forma classica del botulismo alimentare, ma semplicemente per l’ingestione di spore dell’agente eziologico, che troverebbero nell’ambiente intestinale del bambino le condizioni adatte per la germinazione e la tossinogenesi. Tale evidenza ha posto il miele fra gli alimenti a rischio per il botulismo infantile. Tuttavia, le particolarità che caratterizzano questa malattia alimentare, in aggiunta alla scarsa informazione sull’argomento, possono esporre le parti interessate, consumatori, produttori, commercianti, autorità competenti, pediatri, alla sottostima del rischio sanitario, pregiudicando ogni possibile azione di prevenzione. Gli autori descrivono le acquisizioni scientifiche in materia, valutando al contempo le varie opzioni praticabili in ambito di gestione della prevenzione.
Rischio da botulismo infantile conseguente a consumo di miele
D'ASCENZI, CARLO;RINDI, SALVO;
2004-01-01
Abstract
Il botulismo infantile è una grave malattia alimentare che si manifesta in bambini al di sotto di un anno di età. Gli studi epidemiologici segnalano casi di questa tossinfezione in tutto il mondo. Negli Stati Uniti la prevalenza del botulismo infantile ha superato le altre forme di botulismo, sia quella alimentare classica che quella conseguente a traumi. In molti casi si è potuto costatare la corrispondenza fra il Clostridium tossigeno rilevato nel paziente e lo stesso microrganismo riscontrato nel miele che era stato somministrato al bambino. Le ricerche eziologiche e patogenetiche hanno chiarito che la malattia non consegue al consumo di tossina formata dal microrganismo nelle fasi precedenti il consumo, come avviene nella forma classica del botulismo alimentare, ma semplicemente per l’ingestione di spore dell’agente eziologico, che troverebbero nell’ambiente intestinale del bambino le condizioni adatte per la germinazione e la tossinogenesi. Tale evidenza ha posto il miele fra gli alimenti a rischio per il botulismo infantile. Tuttavia, le particolarità che caratterizzano questa malattia alimentare, in aggiunta alla scarsa informazione sull’argomento, possono esporre le parti interessate, consumatori, produttori, commercianti, autorità competenti, pediatri, alla sottostima del rischio sanitario, pregiudicando ogni possibile azione di prevenzione. Gli autori descrivono le acquisizioni scientifiche in materia, valutando al contempo le varie opzioni praticabili in ambito di gestione della prevenzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.